La casa tra i fiori- di Tina Conti
foto di Tina Conti
Oggi è il mio giorno libero, (il martedì), sono contenta da quando scendo dal letto.
Mentre preparo la colazione sbircio fuori dalla finestra: tempo mezzo e mezzo, il letto lo faccio subito, ieri sera mi sono avvantaggiata in casa per esser libera, i bambini ieri erano solo in tre e hanno giocato quasi sempre fuori.
A parte le merende continue, il più grande mangia come un lupo, il pane che ho comprato ieri , quasi un chilo e’finito., divorato in fette con il pesto di baccelli che doveva essere per la cena, insieme a banane, nespole e mini schiacciate. Le minacce che spingevano a pulirsi le scarpe quando rientravano in casa hanno dato buon esito, sembra tutto in buono stato.
Esco, vado nella mia palestra privata, camminata veloce sul vialetto, con sacco del differenziato al seguito, piegamenti davanti alle piante di rose per estirpare le erbette che le vogliono soffocarle, visita all’orto.
Controllo delle semine e poi leggera zappatura alle cipolle.
Ascolto mentre il mio corpo rallenta il galletto mattutino che mi saluta energico e squillante, la tortora, che gongola morbida e ondeggiant mentre, libera dalla cova, si accovaccia nell’erba bagnata.
Mentre respiro mi beo del verde che e’ spuntato ovunque, tante tonalità, che quasi mai riesco a cogliere nei miei acquerelli.
Le gocce di pioggia sui baccelli sono perle ondeggianti, lucide e incantate.
Zappetto leggermente la terra appena bagnata e mi piego per liberare le fragole dai fili d’erba che si sono intrufolati.
Le lumache questa volta non hanno fatto danni, tutto è rigoglioso, sono contenta.
Riprendo la camminata per rientrare a prendere lo spago, per formare piccole fascine con le potature degli olivi lasciate a terra.
Serviranno per il forno e le cotture autunnali conservate al riparo nella legnaia.
Allungamenti, respiri consapevoli, ginnastica con gli occhi per scrutare il bello che la primavera ci regala..il canto degli uccelli e’musica melodiosa e ginnastica per il cuore, e poi fruscii, brezzoline, odori, sprigionati dalle erbe calpestate.
Godo nel vedere gli uccelli avvicinarsi alla casa per mangiare le briciole e i semi che nascondo vicino ai vasi perché indugino e si facciano vedere.
Si alternano cinciallegre e pettirossi, qualche volta anche tortore, le upupe arrivano nel prato, si fermano alla ricerca di vermi, poi volano via.
La ginnastica e’finita, dopo aver riportato le biciclette lasciate dai bambini
sotto la tettoia, raccolto monopattini e palette rientro.
La casa che abito da venticinque anni è arrivata dopo le altre tre della mia vita.
La casa di famiglia, tanto amata e che mi ha fatto sentire sicura e protetta insieme a quel grande contesto di luoghi e persone che l’animavano. Non volevo lasciarla e anche dopo, quando ci tornavo, sentivo che qualcosa si distendeva. L’orto non lo abbiamo venduto, è un pezzo di casa che è rimasto di tutti e se anche non ci vado più so che c’è, che serve a qualcuno, che è fonte di amore e di vita. L’orto della nostra “casa delle cose” ci metteva in comunicazione, perché lì, all’aperto, si stava insieme e c’era sempre qualcosa da raccontare, da scambiare.
La casa di due anni in via dell’Arione, non mi ha lasciato grandi ricordi e affetti.
Poi la casa nuova, organizzata in modo giovane, con spazi aperti, luce e tanta famiglia, dove si era ricreato un mondo caldo e pieno di vita. Abitata per mezza vita e lasciata con trepidazione.
La casa di oggi, per tutti i figli, fratelli, amici, grandi tavoli per ospitarli dentro e fuori, aperta, felice degli ospiti che si presentano, con sempre qualcosa da regalare.
Un po’ di radicchio, una pianta, la frutta degli alberi, un piatto cucinato, e tanti mazzi di fiori. Si mi piace regalare e ricevere fiori. Sparsi in giro nel campo e nel giardino sono stati piantati cespugli e piante perenni che regalano fioriture nelle varie stagioni e ancora ne verranno piantati, ci sono tanti nuovi progetti.
Una casa per sentirsi accolti, dove i bambini hanno giochi, abiti vecchi, consoli, oggetti, spazi per stare, giocare, lavorare e divertirsi, riposarsi, dormire.
Una casa con poche pretese, da usare, senza paura di rovinare, tanto io dico non si finisce una casa in una vita , tanto vale sfruttarla bene.