L’ottimismo sta nell’orto

L’ottimismo – messaggio di Tina Conti

Foto di congerdesign da Pixabay

Ottimismo raro e a peso d’oro, passa veloce e a orari impossibili, si cattura con foglie di cavolo appena colte, è dispettoso e si infratta fra la polvere, spolverando, spolverando a volte scopre il suo volto, ma se non abbiamo le foglie di cavolo fresche vola via….. io non riesco a acchiapparlo che per pochi secondi, provateci voi, il cavolo c’è nel mio orto…..

Personaggi e storie – Gigliola

Ispirato agli elementi: un biglietto di sola andata Roma-Torino, uno scontrino di un bar di Firenze di 5,80 euro, un fazzoletto di carta con un indirizzo mail, una fede d’oro, una carta socio dell’Accademia La Colombaria, una foto di gruppo strappata in quattro pezzi, un tacco a spillo di scarpa da donna.

La fuga – di Gigliola Franceschini

foto di Gigliola Franceschini

Personaggio: Si guardava nello specchio e faceva fatica a riconoscersi  in quella figura trascurata e opaca. Cosi’ si era ridotta in cinque anni di matrimonio. Si chiedeva che fine avessero fatto  il suo caschetto biondo, i suoi occhi luminosi di futuro, I suoi sogni e I suoi desideri. Tutto era stato distrutto da un rapporto che si era deteriorato giorno dopo giorno, travolto da Lorenzo che si era sempre piu’ attaccato al suo vizio, il gioco, sempre il gioco. Era passata da un grande sentimento ad un forte senso del dovere, dalla voglia di aiutarlo alla consapevolezza che niente lo avrebbe cambiato. Poi, con la violenza, era arrivata la paura che le avevafatto prendere  una decisione, doveva fuggire da lui, da quella casa, da un letto dove non si sentiva sicura; doveva riprendere in mano la sua vita, il suo lavoro, ritrovare la sua dignita’ di donna. Aveva ancora il coraggio di farlo, non poteva aspettare altri giorni di ansia, farlo subito, salvarsi finche’ ne aveva ancora la possibilita’.         

       La storia.    Era la sera di un giovedi’, Lorenzo era andato al solito appuntamento settimanale col gioco, un gioco d’azzardo in un seminterrato del Bar Centro dove affluivano brutti personaggi  anche da altre citta’. A quel tavolo si era mangiato tutto il loro benessere, i gioielli, i risparmi e tutti gli oggetti di valore per far fronte ai debiti sempre piu’ incalzanti. Quando lei si era rifiutata di vendere la proprieta’ lasciatale dalla sua famiglia, era arrivata la violenza. Era necessario fuggire, subito, prima che passasse la nottata. Telefono’ a Maria, una cara amica che si offri’ di ospitarla senza fare domande. Tiro’ fuori dal ripostiglio il maxiborsone, quello dei loro brevi viaggi del fine settimana di anni lontani e lo apri’. Era pieno di cianfrusaglie, non si ricordava piu’ da quanto tempo fosse stato usato. Tutta roba da buttare, penso’; trovo’ un biglietto spiegazzato Roma Torino, forse un viaggio di lavoro di Lorenzo, uno scontrino di un bar di Firenze da 5,80 euro. Ma a chi era appartenuto? Non si ricordava recenti viaggi a Fi, ma non aveva importanza. Frugo’ nelle tasche laterali e tiro’ fuori in fazzolettino di carta stropicciato con un indirizzo E.Mail. non si pose domande, afferro’ un sacco della nettezza e mise tutto dentro. In uno scomparto interno senti’ la.presenza  di una tessera, una carta socio di una qualche accademia, non capiva e non le importava. Le sembrava che quel borsone fosse stato usato da qualcuno che non conosceva. Comincio’ a mettere roba sua, prima qualche paio di scarpe, quelle piu’ utili al presente. Avrebbe provveduto in seguito a rifarsi un po’ di roba. Trovo’ in una scatola i suoi sandali Chanel , quelli col tacco a spillo e ricordo’ di averne rotto uno un ultimo dell’anno, un secolo prima. Butto’ tutto via, non voleva ricordi e feticci. Stava per chiudere il sacco quando vide all’anulare la sua fede, d’istinto butto’ anche quella e chiuse con uno spago. Sulla piccola scrivania vide un gruppo di amici  che sorridevano felici da una foto incorniciata a ricordare una gita in montagna. Gia’ allora dietro il sorriso si nascondeva il suo dramma, prese la foto e la spezzo’ inquattro parti e la lascio’ sul mobile. Guido’ per lunghe ore in preda  ad una sensazione nuova, si sentiva libera. Quando arrivo’ a casa dell’amica, questa l’abbraccio’ senza parlare, le mise in mano una tazza di caffe’ profumato e la fece accomodare davanti al camino. Solo Maria faceva ancora il caffe’ con la napoletana un caffe’ forte e ristoratore. Poi ando’ in camera e si mise a letto. Un letto sicuro , penso’, finalmente. Fu avvolta da un intenso profumo di lavanda. Maria aveva conservato l’abitudine campagnola di profumare  la biancheria con tanti mazzetti di fiorellini viola. Mentre si abbandonava al  torpore che precede il sonno, le vennero in mente i vasti prati della Provenza, le grandi distese  di lavanda mosse  dal soffio fresco del Mistral e penso’, forse potrei andare in Francia, forse un nuovo lavoro. Comincio’ a piangere lentamente, un pianto caldo e consolatorio. Le lacrime non erano amare. Scendevano sul cuscino e si profumavano di buono.

Personaggi e storie – Carmela

Ispirato agli elementi: un biglietto di sola andata Roma-Torino, uno scontrino di un bar di Firenze di 5,80 euro, un fazzoletto di carta con un indirizzo mail, una fede d’oro, una carta socio dell’Accademia La Colombaria, una foto di gruppo strappata in quattro pezzi, un tacco a spillo di scarpa da donna.

Il passato e il suo profumo – di Carmela De Pilla

Foto di jplenio da Pixabay

Personaggio

Aveva la mania di conservare tutto Luigi, non era bello, il naso largo e un po’ schiacciato stonava con il viso lungo e spigoloso e gli occhi neri si perdevano quasi da quanto erano piccoli.

L’unica nota piacente era il sorriso sincero, dolce e un po’ malinconico che lo portava a diventare amico di tutti, sapeva di essere brutto e questo difetto aveva accentuato in lui una simpatia che tutti apprezzavano.

Generoso e sempre disponibile ad ascoltare gli altri, interessato allo studio di teologia, aveva una buona dialettica che lo facilitava nella comunicazione e nei rapporti con gli altri.

L’odore del passato

Aveva la mania di conservare tutto, ovunque lasciava piccoli pezzi della sua storia, biglietti fra le pagine dei libri, nelle tasche, a volte li metteva perfino dietro i quadri per poi stupirsi quando li ritrovava “È l’odore del mio passato…” diceva e ogni tanto riapriva le tante scatoline sparse per la casa che racchiudevano pensieri, eventi, dubbi, tormenti, gioie…

Non era bello Luigi, non lo era mai stato, nemmeno quando era piccolo, le poche foto che lo ritraevano nell’età in cui tutti sono stati più o meno belli le aveva dimenticate, preferiva fissare la sua immagine in un ricordo un po’ annebbiato dal tempo, ma forse più piacevole.

Il naso largo e un po’ schiacciato stonava con il viso lungo e spigoloso e gli occhi neri, troppo piccoli quasi si perdevano ..l’unica nota piacente era il sorriso sincero, dolce e un po’ malinconico che lo spingeva a diventare amico di tutti, sapeva di essere brutto e perciò sprigionava una simpatia che molti apprezzavano.

Era stato doloroso ritornare nella casa materna dopo la morte di sua madre, da quando si era trasferito nella piccola canonica di S.Cristoforo in Perticaia non ci aveva più rimesso piede, tutto era rimasto immobile, perfetto nella semplicità degli arredi, sentiva ancora l’odore di lillà, il primo arbusto che fioriva all’ingresso del minuscolo giardino e la rivedeva nei suoi movimenti lenti  e attenti mentre aggiustava con cura i fiori nel grande vaso di vetro.

Un po’ stordito dai ricordi camminava per la casa come in un sogno, si sentiva leggero, quasi privo di materia.

 Aprì l’armadio e un po’ intimidito  toccò i vestiti che sua madre aveva conservato con tanta premura, in quel momento percepì il volo leggero di una farfalla e sentì la presenza della donna che tanto l’aveva amato, per un attimo pensò a lei e si commosse.

Toccò con affetto quegli indumenti e si accorse che nella tasca di una giacca dismessa ormai da anni c’era qualcosa, incuriosito frugò e tirò fuori una miriade di piccole cianfrusaglie inutili o almeno così sembravano, li appoggiò sulla scrivania e intimorito incominciò a razzolare …un tacco a spillo? Tra i ricordi si fece subito spazio la sera in cui spezzò in due il cuore di Adelaide, era sicuro che sarebbe stata la donna della sua vita, ne era innamorato perso, poi… le nottate insonni, il desiderio dell’immensità e della spiritualità, la decisione di farsi prete e la disperazione di Adelaide.

Si erano amati davvero loro due e quando Luigi le disse che sentiva il desiderio di farsi prete lei non lo capì, non poteva capirlo! Aveva riposto tutti i suoi sogni in lui, come poteva pensare di buttare all’aria tutto!

Quel tacco rosso lo aveva riportato all’antica sofferenza, c’era anche l’ indirizzo mail di lei scritto frettolosamente sul fazzoletto di carta con cui si era asciugata le lacrime, l’anello d’oro che suo padre le aveva dato prima di lasciarla raccomandandosi di regalarlo a Luigi e poi la corsa disperata durante la quale  il tacco si era conficcato in una crepa dei sanpietrini.

Quella foto di gruppo che Adelaide gli aveva spedito qualche giorno dopo, strappata in quattro pezzi con la sua immagine mancante sapeva di tradimento, ma Luigi sempre attento ai sentimenti altrui non si sentiva in colpa bensì addolorato per aver ferito l’unica donna che aveva amato profondamente.

L’ultimo incontro con Adelaide era stato al bar dove avevano passato la loro giovinezza, Luigi era diventato un uomo maturo, trasparente, non sapeva mentire e tantomeno nascondere i suoi sentimenti, il percorso costruito passo dopo passo per dialogare con Dio lo aveva portato a una spiritualità che andava oltre se stesso e così sentì il bisogno di incontrare Adelaide.

Era sparita la sua rabbia, il suo rancore…poche parole e uno scontrino di 5,80€ per salutarsi con l’ultimo sorriso che li avrebbe accompagnati a lungo. Ecco dov’era la carta socio dell’accademia Colombaria! L’aveva cercata dappertutto, lo sentiva ancora l’odore di quel passato e quel cartoncino lo aveva riportato ai suoi 25 anni, appena laureato in lettere e filosofia, curioso di conoscere i misteri della vita si iscrisse a un corso di filologia per andare oltre il tangibile, per capire oltre le parole la vera essenza della Bibbia. Aveva passato a rassegna ogni frammento della sua vita e quel biglietto del treno solo andata Roma-Torino lo aveva accompagnato verso il sacerdozio, sentiva forte il desiderio di regalare la sua vita a Dio mettendosi al servizio degli altri.

Era una brava persona Don Luigi, la sua forza interiore lo spingeva ad entrare nell’animo umano con semplicità e amore e ora anche Adelaide lo ricorda così.