VIOLETTE DI PRIMAVERA – di Anna Meli
foto di Lucia Bettoni

Giro, giro tondo
il pane cotto in forno,
un mazzolin di viole
per darle a chi le vuole,
le vuole la Sandrina
si inginocchia la più piccina
la più piccina e la più grande
ne faran tante ghirlande.
Questa la filastrocca che cantavano, tenendosi per mano, Maria e Paolina. Maria la più piccola e Paolina, più grande di solo due anni, andavano spesso insieme alla ricerca di questi piccoli fiori viola che nei primissimi giorni di primavera spuntavano lungo la riva del ruscello vicino casa loro.
Succedeva che nel primo pomeriggio, libere dalla scuola, si recassero là dove l’acqua cristallina del ruscello scorreva rimbalzando di sasso in sasso in un eterno gioco e avvertissero quell’odore particolare di fresco, di buono che faceva dilatare loro le narici ed esclamare un “ahh” di gradevole piacere.
Le viole erano là, timide fra quelle foglie verdi come a ripararsi dall’ultimo gelo che ancora conservava qua e là fazzoletti di neve ancora aggrappata alla terra umida. Forse era l’aria ancora fredda e pungente che esaltava quel profumo che a loro piaceva tanto.
Sempre tenendosi per mano per non cadere in acqua, si chinavano su quei timidi ciuffetti ad osservare più da vicino la loro delicata bellezza. Una volta le avevano colte per portare a casa, ma si erano appassite, erano morte.
Da allora avevano deciso di non coglierne mai più e di andare a trovarle ogni primavera al loro rifiorire. Non ne avrebbero mai fatte ghirlande come quelle del loro gioco.
Andare a ” trovare” un fiore…un pensiero delicato, da bimba buone…
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