Ricordo del Presepe – di Anna Meli

13 Dicembre, Santa Lucia “Il giorno più corto che ci sia” diceva la mia mamma, anche se non corrisponde certamente alla realtà. Sono le 16,30 e il sole sta tramontando all’orizzonte fra pennellate rosa intenso e strisce violacee di nuvole vaganti. L’aria si è fatta fredda e pungente ed è piacevole starsene al calduccio di casa.
Sono sola e, per avere compagnia e distrarmi un po’, prendo la scatola delle foto e le guardo: alcune distrattamente, altre con interesse maggiore. Così rivedo le nonne mai conosciute con i loro abiti e acconciature inizi ‘900 e dei nonni in pose solenni e studiate. Mi colpisce in particolare nonno Virgilio in divisa militare, dritto e impettito; è l’unico nonno che ho avuto la fortuna di conoscere e che ricordo con tenerezza.
Vedo ancora altre foto e i ricordi scorrono; fiumi di immagini vive dentro di me finché non mi capita fra le mani una foto della V elementare: 18 ragazzi ( 9 femmine e 9 maschi) seduti a due a due nei banchi di allora, composti e sorridenti con alle spalle la maestra che li osserva con dolcezza e ricordo….
Alla scuola elementare di Croce esistevano nell’anno 58 solo 4 aule a disposizione delle prime 4 classi, la V doveva spostarsi alla Fonte in una ambiente costituito da 3 stanze, la prima delle quali era la nostra aula. Andavamo da soli e a piedi, divertendoci per la strada (passavano pochissime macchine) e ci sentivamo già grandi. Allora, fin dai primi giorni di Novembre ci si preparava per il Natale e quell’anno, non potendo condividere il presepe con le altre classi, in quanto distanti, la maestra Marta, ci propose di costruire il nostro presepe col legno compensato. Iniziammo così ad andare dai falegnami del vicinato (ce n’erano 2) a cercare ritagli di legno da portare a scuola; poi col traforo lavorandoci un po’ alla volta vennero fuori i personaggi da dipingere con gli acquerelli. In quei momenti il silenzio era assoluto e ognuno si impegnava a dare il meglio di sé. A casa portavamo pezzetti di compensato con i quali costruire casette e ponticelli e ricordo che Carlo fece un castello bellissimo.
Prima delle vacanze di Natale tutto era pronto. In fondo all’aula dove c’era più spazio fu allestito il presepe, il nostro presepe. Orgogliosi del lavoro fatto, in semicerchio e per mano insieme alla nostra maestra, cantammo le canzoni di Natale e recitammo alternandoci le strofe della Notte Santa di cui ricordo “e il campanile scocca lentamente le sei…sette ecc….”
Dopo ordinatamente per mano due a due raggiungemmo la scuola di Croce per festeggiare insieme alle altre classi invitandole a vedere il nostro presepe.
Guardo fuori della finestra e mi accorgo che si è fatto buio. Nella piazza davanti alla mia casa l’abete di Natale è acceso e brilla di mille luci intermittenti. Mi alzo lentamente un po’ indolenzita per riporre la scatola dei ricordi. E’ stato bello ritrovarsi.
