Ricordo di Natale

Natale senza lustrini – di Patrizia Fusi

foto di Sandra Conticini

Non ricordo grandi Natali scintillanti nella mia infanzia.

Gli alberi creati  secondo  quale alberello si riusciva a prendere nel bosco.

Veniva addobbato con figurine di cioccolato a forma di babbo natale, stelle, casine, con i boeri che spiccavano con il rosso scintillante, alcune palline di vetro, dei nastri argentati, tanti piccoli batufoli di cotone bianco per fare la neve. Si posizionava sul grande focolare, sempre spento, perché avevamo la stufa economica con cui si cucinava e si riscaldava la stanza.

Ricordo di aver ricevuto un presepe fatto di figurine piatte di cartone, molto brutto e triste, mi sentivo arrabbiata con quel regalo e con chi me lo aveva portato, sentivo queste persone lontane da me e dalla mia realtà, mi facevano sentire povera e diversa e che dovevo accontentarmi di quel brutto presepe.

Ricordo di un pranzo di Natale: mio babbo aveva fatto cucinare i cavolini di Bruxelles decantandoli come un cibo buonissimo.

Quando eravamo a tavola e si iniziò a mangiare i cavolini mio babbo mi chiese tutto soddisfatto se mi piacevano, gli risposi che non mi piacevano, sapevano di minestra di pane. Allora, e anche ora per me, il pranzo della festa è l’arrosto. A quei tempi in casa mia si mangiavano tante verdure e sempre al pomodoro, perché occorreva poco olio per cucinarle (liquido prezioso), erano buone e profumate ma erano il quotidiano, non il cibo della festa.  

I dolci erano pochi: panforte, ricciarelli, cavallucci.

Ricordo una Epifania più dura del solito economicamente per i miei genitori.

La mamma si ingegnò molto quell’anno per farci trovare i regali della befana, ci preparò delle calze con un po’ di carbone vero, una cipolla, aglio, mandarini, cavallucci e dei cioccolatini a forma di monete, sigarette di cioccolata, un sacchettino di mentine di zucchero di vari colori, a me  preparò un bambolotto di biscuit che era suo, che teneva nel mezzo del letto matrimoniale.

Aveva cucito bei nuovi vestitini e un piccolo corredo di lenzuolini e copertine, tutto molto carino, me lo fece trovare la mattina dell’Epifania e io lo presi contenta, ma sapevo che era il bambolotto della mamma, volevo che nessuno sapesse che era un bambolotto vecchio, doveva essere un segreto solo mio.

Quando uscii la mattina, davanti a casa  con il bambolotto in braccio e una vicina di casa carinamente mi chiese cosa mi avesse portato la Befana mi sembrò che avesse scoperto il mio segreto, risposi male e scappai via senza fargli vedere il bambolotto.

La mamma affrontava sempre le difficoltà con forza e dignità.

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

3 pensieri riguardo “Ricordo di Natale”

  1. Tenerezza infinita per quella bambina a cui verrebbe voglia di regalare tante cose belle. Tenerezza infinita anche per quei genitori pieni di forza e dignità da cui certamente hai imparato tanto e soprattutto la dolcezza che c’è sempre nel tuo sorriso di oggi

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  2. Rivedo la scatola delle sigarette di cioccolata e le mentine di zucchero che anche io trovavo nella calza. Quelli erano i nostri dolci e il carbone era vero non come ora che è dolce… Grazie Patrizia di avermi fatto riaffiorare questi ricordi.

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  3. Le sigarette di cioccolataaaa non le ricordavo più.
    Ricordo invece il sentirsi diversi, nessun bimbo lo merita.
    Ti resta il ” bambolotto segreto” che sa d’ amore, di mamma.
    Tenerezza Pat…

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