Resistere

Il cactus immortale – di Anna Meli

“Nonna, nonna è sceso il vaso di una piantina grassa!…vieni vieni!”

“Ma come sceso?” 

“Vieni, vieni veloce!”

            Mi precipito per vedere cosa è successo e mi rendo conto che il vaso “ sceso” è caduto disotto al muretto spinto da un piedino irrequieto.

“Mai fermo eh!….che disastro!

            Mi chino per raccogliere il tutto, un po’ arrabbiata. Poi alzando gli occhi incontro i suoi, grandi scuri, lucidi, dispiaciuti e lì mi sciolgo.

      “ Pazienza dai, non piangere. La piantina non si è rovinata, vuol dire che mi aiuterai a rimetterla

         in un nuovo vasetto”

      “ Siiii! Così ci divertiamo, nonna guarda siamo fortunati, non punge nemmeno e sarà facile!”

            Così, ci procuriamo il necessario e procediamo al rinvasamento, ma nel fare questa operazione ci accorgiamo che alla base della pianta rotonda come un piccolo mondo, ce n’è un’altra piccola, piccola, piccola, che ciondola quasi staccata.

“Nonna come si fa, dobbiamo salvare anche il piccolino!”

“ Certo tesoro, se cerchi nello stanzino ci deve essere un vasino che sembra fatto apposta!”

“ Trovato!”

            Insieme abbiamo affondato le mani nel sacco del terriccio e abbiamo piantato i due cactus sporcandoci ed è stato bello vedere quelle manine grassocce spingere con impegno e assicurarsi che tutto fosse fatto come si doveva.

“Nonna, il cactus piccolo me lo dai a me vero?”

“Sì, sì  ma dovrai averne cura e crescerà con te.”

            E così è stato, anche se ci sono state varie interruzioni. Infatti, un merlo dispettoso andava a cercare lombrichi nel suo terriccio e, becca qua becca là, riusciva sempre a sbarbarlo. Era sempre lo stesso merlo che aveva una piuma bianca su di un’ala.

            Il piccolo povero cactus non ripiantato più volte non riusciva a decollare. Un giorno rientrando a casa, l’ho visto nella ghiaia del giardino con le esile radici allungate, sembrava una piccola medusa verde: a due passi di distanza la tartaruga osservava con aria sorniona pensando forse ad un bocconcino insolito. L’ho presa e rinfrescata, poi nel primo pomeriggio io e il mio nipotino l’abbiamo ripiantata per l’ennesima volta e lui a pensato bene di proteggerla mettendoci intorno dei legnetti a mo’ di steccato.

            Da quel momento le cose sono andate meglio. Il cactus è cresciuto, si è fatto rotondo e ciccioso, sembra un piccolo mondo diviso in paralleli su i quali spuntano meravigliosi fiori: stelle bianche che durano lo spazio di un giorno.

            Abbiamo da tempo tolto i legnetti. Il merlo dalla piuma bianca non l’abbiamo più visto. Ora il cactus cresce bene, senza paura  e insieme a lui anche il mio nipotino, vite di diversa natura bisognose di cure amorose per crescere e fortificarsi.

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

5 pensieri riguardo “Resistere”

  1. L’importanza delle “cure amorose” fortificano, difendono e fanno crescere. La dedizione dei nonni non ha prezzo.

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  2. Una grande e una piccola vita si danno la mano per una nuova nascita , tra terra ,animali e tanto amore
    Grazie

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  3. Che bello questo lavoro a due per sistemare le cose insieme! E l’amore per la natura e il suo grande mistero passa anche da queste cose. Brava!

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  4. Un gioco a quattro mani, inizialmente triste poi giocoso e divertente ma soprattutto resistente a tutte le battaglie. Molto bello Anna

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