La via d’uscita

Labirinto – di Vanna Bigazzi

Ogni Labirinto ha la via d’uscita ma non sempre si riesce a trovarla.

Nel Labirinto i sentieri si biforcano continuamente dando la possibilità di infinite scelte. Ogni scelta, a sua volta, implica ulteriori ramificazioni. Ogni Labirinto reale richiama necessariamente un Labirinto simbolico di innumerevoli possibilità, di situazioni composte. Tuttavia il Labirinto, nella sua ripetitività, non appare come realtà dinamica ma come realtà congelata, quindi possibilità di scelta all’interno di una fissità: prerogative della dinamica del pensiero nei limiti di una personalità isolata (“Cent’anni di solitudine”). Questo è un dramma dell’uomo moderno. Nel Labirinto possono verificarsi intrecci pirotecnici di storie delimitate da uno spazio circoscritto dove il perseguimento di un progetto trova blocchi ed ostacoli e resta intrappolato in un circuito inesorabile, tutto ciò potrebbe rappresentare la simbologia dell’uomo di oggi che rimane prigioniero della sua medesima dinamicità. La letteratura postmoderna che fa suoi i concetti di circolarità attorno ad un medesimo nucleo pur con la commistione di stili e linguaggi, percorre una traccia orizzontale ed in questa si esaurisce, ignorando la verticalità del pensiero e descrivendo l’uomo di oggi limitato nelle sue infinite possibilità.

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

1 commento su “La via d’uscita”

  1. È proprio così Vanna e solo chi ci si trova dentro conosce la fatica di venirne fuori. Il labirinto nella sua ripetitività congela le persone che lo abitano in una fissità di pensiero isolata ed alienante.

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