E se fosse andata diversamente? – di Rossella Gallori

A:
GIULIA, giovanissima ebrea si innamora di Giorgio, bellissimo, dolcissimo, cattolicissimo ombroso ed ammaliante, in solo 9 giorni lo sposa, un 1938 che vede una giovane coppia entrare in un labirinto, senza abito bianco, senza sfarzo, in segreto, quasi. Specchi di guerra riflettono sui loro corpi innamorati, solo fucili puntati e svastiche dagli angoli taglienti. I figli maschi nascono, uno, due, tre, quattro, un po’ alla luce del sole, un po’ al buio totale.
La storia va avanti, tra morti di crepacuore, di gas, e di sopravvissuti, che non hanno più nessuna voglia di andare avanti, c’ è sempre un “ tu non puoi entrare” nella giovane coppia, eppure vanno avanti, nella speranza ossessiva di Giorgio, di avere una bimba che gli somigli , nella certezza di Giulia di non metter al mondo più figli con il bollino come banane. I figli maschi che ha le bastano, eppure LEI nasce a dispetto della madre, nasce con l’odio di una nonna, una delusione della madre, ed un amore smisurato del padre, che la lascia presto sola ad affrontare salite così ardue da non saper come fare. Inutile avere le scarpe giuste, all’ inizio piange, vuole studiare, ma non trova strade in quel groviglio, ad ogni passo un tranello. Cresce diventa grande, quasi vecchia, non sceglie ma vive. Rimane nel labirinto, non ne esce, perché dovrebbe farlo? Ci sono cecchini in agguato? Si credo proprio di sì!
B
Si sposano Giulia e Giorgio, in un 38 di passione, un matrimonio stupendo, lei in bianco bellissima, lui in grigio, banale e dimesso. Il viaggio di nozze è lungo e senza intoppi, si comincia un po’ a parlare di razze, ma i due ignorano, innamorati come sono, le maldicenze sui tedeschi, c’ è chi dice che forse li deporteranno questi biondoni dagli stupendi occhi azzurri, ma in alberghi sul mare, dove alloggeranno con i loro stupendi cani, dolci e mansueti, comunque per identificarne la provenienza i teutonici indosseranno sulle divise mughetti profumati, ed i guinzagli saranno colorati e pieni di allegri sonagli.
La coppia è al sicuro, lei è ebrea, nessuno può farle del male, nascono figlie, una dopo l’altra, per non fare torti, danno a tutte lo stesso nome, Vita, originale e lungimirante.
La più piccola è così amata, così coccolata, così apprezzata, da non avere intoppi, spesso sogna grandi cartelli su porte aperte: PUOI ENTRARE SOLO TU. Viali alberati, strade diritte, cartelli stradali benevoli e chiari le indicano la meta.
Studia, prende una laurea dopo l’ altra, legge, dipinge, viaggia, ed ora che non è più tanto giovane vive con i genitori, che non hanno anni, un marito che l’adora, figlie, nipoti, gatti, anche la sua nonna è ancora viva e sulla sedia a dondolo sotto il portico ricama il nome della nipotina su cuscini di lino setoso, in una casa immensa che guarda il mare, dalle finestre spalancate, la porta sempre aperta, un cartello all’ ingresso avverte gli ospiti: IN QUESTO GIARDINO NON CI SONO LABIRINTI, SIETE AL SICURO.
P S: non è andata così? Non importa, potevo scriver di Pinocchi con il naso a patata, di Pollicino che non si perde, ho scelto la storia di casa mia, mi perdonate?
Ammirazione per il coraggio di una storia vera e per come è raccontata
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…e a dire il vero mi pare che la possibilità A contenga molto più fascino e pure molta più Vita
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…. la A è vita vera … la vita vera è vita!
Grazie
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con la storia B ci porti in un sogno, sembra di vedere un film, si capisce subito che è una proiezione – illusoria, fantastica, bella, dolce … invece siamo tutti lì, a leccarci le ferite e poi di nuovo a lottare, tutti dentro alla storia A!
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Ti perdoniamo si.Scrivi così bene. Dalla realtà al sogno in un passaggio!
L’essere e quello che avrebbe potuto essere. Emozionanti entrambi!
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