Le figlie curiose – di Tina Conti

A chi assomigliavano quelle due ragazze non lo capiva certamente.
In che situazioni lo cacciavano ogni volta!
Lui , timido e silenzioso, amante del suo lavoro e del paese, si trovava questa volta proprio nella condizione più assurda.
La macchina, ferma e impantanata vicino al torrente, nessun punto di riferimento salvo quelle rotaie!
Da quante ore camminavano non se lo ricordava neppure, per la fretta di uscire dalla macchina, con l’acqua che si faceva sempre più minacciosa, si era dimenticato il giaccone e aveva afferrato una coperta.
Si erano precipitati fuori, lui, già infreddolito.
Non era facile camminare sull’acciottolato, aveva i piedi doloranti, sentiva il bisogno del bastone che ormai usava più per scoraggiare gli altri a fare richieste azzardate che per vera necessità.
Loro erano allegre e divertite, a lui mancava il fiato, si chiese perché aveva acconsentito a seguirle.
Nel laboratorio caldo e confortevole più della casa che amava e curava personalmente e non permetteva a nessuno di pulire, la polvere si sarebbe infilata nei preziosi ingranaggi.
Lo aspettava il suo amato lavoro.
La sera prima aveva preparato le due rondelle del vecchio quadrante nero e oro e le lancette della pendola tirolese erano state messe sotto la pressa, con i colori a smalto aveva ricostruito i personaggi dell’orologio del municipio.
Era orgoglioso, con le foto del sindaco, le figure erano proprio vicine a quelli originali, la notte aveva sognato il padre, che orgoglioso lo abbracciava.
Pensava che sarebbero tornati a casa dopo poche ore.
Aveva fame e sentiva voglia del caldo latte e caffè che si concedeva a meta’ pomeriggio, prima di andare a fare un giro per il paese, incontrava il fratello e gli amici, questo era il suo conforto, si sentiva parte di un mondo adatto a lui, osservava il tempo, le montagne, i boschi che cambiavano aspetto con le stagioni, respirava a pieni polmoni, questa era la sua vita.
Non avrebbe cambiato niente delle sue abitudini, se non fosse stato per quelle due ragazze, agitate e inquiete, sempre alla ricerca di novità.
Bello questo mettersi in gioco .Bel quadro di un incontro di anime che porta a camminare insieme.
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Cambiare qualcosa nella nostra vita abitudinaria? Con qualche anno sulle spalle verrebbe voglia di no, comunque la vita chiama,guai a non rispondere. La voce dei giovani ci è indispensabile.
Un bel brano Tina.
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