Alba – di Patrizia Fusi

Mentre cammino su questa strada ferrata piena di ciottoli con la mia sorella gemella e il mio fratellone, stanchissimi perché è da ieri sera che camminiamo pieni di paura, il sole ci illumina.
Mi sento tanto triste e spaesata, mi chiedo che cosa ho di diverso dalla gente di questo paese.
Cosa ho deciso io di questa mia situazione.
E’ una colpa scappare dalla guerra?
E’ una colpa desiderare una vita migliore?
Quali giochi politici ci sono nelle guerre e nel tenere nell’ eterno sotto sviluppo molti paesi, mettendo la popolazione alla fame?
E’ una colpa volere scappare da tutto questo?
Eravamo una bella famiglia della media borghesia siriana, composta da padre madre, nonna e nonno, mio fratello grande e io e la mia sorella gemella, la vita scorreva serena fino a quando sono arrivati i primi attentati, la popolazione si è divisa in fazioni, si sono formate le milizie militari, sono iniziati la caccia all’avversario, le bombe che scoppiavano, il terrore che si sprigionava intorno a noi, tanti morti, tanto sangue, fame, paura.
La nostra famiglia si è procurata un bel po’ di soldi per farci scappare in Francia pensando che fosse un paese accogliente (egualité….fraternité).
Dopo un lungo viaggio pieno di difficoltà, ci siamo ritrovati a vivere nella grande bidonville di Sant Denis, da lì ci hanno fatto sgombrare.
Io e i miei fratelli abbiamo trovato accoglienza presso alcune associazione di volontari che danno assistenza a non profughi, ma sempre precari.
Con l’ aiuto dei volontari, per attirare l’attenzione delle persone e delle istituzioni sulla problematica dei rifugiati, abbiamo occupato pacificamente con delle tende la Place de la Republique, la piazza era piena di profughi, volontari, giornalisti.
Ci hanno fatto sgombrare con violenza.
Ho tanta malinconia dei miei famigliari, mi manca la mia vita precedente, ho paura per me e per i miei fratelli, sento l’incertezza del vivere, mi sento diversa, non capisco perché facciamo tanta paura, mi sento un po’ meglio sentendo vicino a me la mia sorellina e il mio fratellone mi sento protetta da lui.
Siamo un’altra volta in cammino, per dove?
Dov’è l’umanità?
Dov’è chi scatena le guerre?
Dov’è chi fabbrica le armi?
Dove sono chi mette alla fame i popoli? Dove io e miei fratelli e gli altri profughi potremo fermarci ed esseri accettati come esseri umani dal potere ma anche dalle persone comuni?
Molto bella e toccante,Patrizia…scotta con il cuore …e si sente.😀😍
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bello, Patrizia, scritto bene, attuale, pieno di sentimento e di verità tragiche
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Vissuto in prima persona, sembra!
” potremo fermarci ed essere accettati” una domanda senza tempo
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Bello Patrizia. La prima persona e gli interrogativi che dovrebbero guidare anche quelli che hanno il potere di decidere.. Forti i sentimenti messi in campo
.
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quante persone sono in questa situazione…non ci pensiamo a quanto siamo fortunati…eppure tante persone come noi o meglio si lamentano… Patrizia sei riuscita a descriverla benissimo… ♥
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Molto bello e sentito il tuo scritto, veritiero è drammatico come le attuali situazioni. Brava Patrizia mi hai commosso 👏👏👏
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