Oltre la vita – di Carmela De Pilla

Ne parlavano tutti in paese della strada ferrata che univa Foggia a Napoli, si diceva che era stato inaugurato il treno elettrico proprio qualche mese prima, il 6 novembre 1931.
Alcuni uomini davanti all’unico bar del paese commentavano la straordinaria notizia:
- Pensate che ho raggiunto Napoli in sole tre ore!
- Madonna mia, se si va di questo passo tra qualche anno andremo sulla luna!
Fu in quei giorni che Rachele si trovò con suo marito alla stazione di Foggia, si sentiva spaesata e impaurita e si avvinghiò al braccio dello sposo come un serpente per la gran paura di perdersi.
Era bella Rachele, i suoi occhi neri più profondi del buio facevano intuire un’ intelligenza prespicace e acuta e la sua risata metteva ancora più in risalto gli zigomi ben pronunciati, segno di una raffinata bellezza in contrasto con la carnagione olivastra.
Nel rione la chiamavano Lina la bella peròle sue amiche la invidiavano più che per la sua bellezza per quel fare un po’ folle che la faceva essere unica e diversa dalle altre.
Quel giorno di luglio c’era una calura che toglieva il respiro, ci eravamo sedute sulla soglia di casa in attesa di un po’di fresco, lei, fradicia di sudore, in un attimo si slacciò il corpetto e la camicia per asciugarsi poi si sciolse le lunghe trecce e incominciò a dimenarsi con una naturale sensualità che molti si fermarono a guardarla, chi scandalizzato, chi affascinato da tanta grazia, poi con una risata fragorosa si alzò e scappò in casa.
Era strana Lina, faceva cose inspiegabili, ma tutti ne rimanevano attratti e conquistati, ricordo quella volta che la ritrovarono verso il tramonto lungo la strada ferrata, affaticata e ricurva su se stessa con una coperta che ricopriva il suo corpo nudo.
I suoi occhi vivaci e allegri erano spenti, i bei capelli neri erano arruffati e sporchi di fango e continuava a dire:
-Ho lottato stanotte, ma ha vinto lui, devo andare oltre la vita, oltre la vita…
Ero sconvolta nel vederla in quelle condizioni, era un’amica per me, le volevo bene così la sera l’andai a trovare, era ritornata la ragazza bella di una volta, ma era scomparso il suo sorriso contagioso e i suoi occhi vagavano nel vuoto.
Mi misi a sedere accanto a lei e le presi le mani fredde, mi guardò e riuscì a dire solo poche parole:
-Ho lottato con tutte le mie forze per per ritrovare quel poco di me stessa, ma non ce l’ho fatta, ha vinto lui, ora voglio andare oltre la vita,voglio la pace, voglio…voglio…
-Chi ha vinto, chi?
-Ha vinto lui…lui…il demonio, è stata una lunga battaglia , ma lui è più forte, devo cercarlo, correva lungo la strada ferrata, devo ritornare lì…
In un attimo avevo capito che si era staccata da se stessa ed era entrata in un altro mondo, quello della follia.
L’ho stretta a me, ho sentito le vibrazioni di paura e di smarrimento e in quel momento ho capito che l’avevo persa.
-Il treno per Napoli è in partenza al binario due.
Lina si strinse ancora di più al marito, salirono sul treno che portava a Nocera inferiore dove c’era l’ospedale psichiatrico da cui Lina non sarebbe più uscita.
Oggi si direbbe “ disturbo bipolare” quello di cui era affetta Lina, ma negli anni trenta erano matti.
Ancora una bella pagina di sentimento e stile!
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Si ama, Lina, insieme a te. Nuda, sconvolta, ferita. Davvero intenso e toccante!
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Storie di ordinaria (e straordinaria ) follia. commovente …Brava!!😀😱
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bello e toccante e purtroppo tante volte vero…brava!
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Toccante e molto molto vero!
…mi fai sempre commuovere!
Grazie
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Grazie a questo gruppo e a Cecilia che ognuno di noi riesce a scrivere brani profondi…divertenti…toccanti ed è bellissimo…un grazie di ❤️
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Anche io mi sono commossa..sai toccare le giuste corde raccontando.Brva Carmela!
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