La telefonata – di Rossella Gallori

Non dovevano essere lì a quell’ora, non volevano fare notte fuori.
Ma la telefonata li aveva raggiunti, un amico giù al paese chiedeva aiuto: è uscita stamani l’ Ynès, saranno state le dieci, mi ha detto che andava a prendere il giornale, sono le 5 di pomeriggio ed ancora non l’ ho vista, son sicuro che le è successo qualcosa, non credo si sia allontanata molto, ma se siete sul al Colle del Diavolo, date un occhio, ho chiesto ai carabinieri, mi han detto è maggiorenne, non son passate 24 ore, può andare dove vuole.
I ragazzi l’Ynes la conoscevano bene, quante volte aveva prestato pentole di rame, di coccio, vasi colorati per i loro set fotografici, quanti caffè avevano preso al suo baretto in piazza, quanto vin santo …ed ora erano lì quasi a buio, con le loro Hasselblad infreddolite al collo, a cercarla. Ancora mezz’ ora poi si torna allo studio, sentenziò Guido, il più vecchio, il giornale vuole le foto stanotte.
Nel silenzio, un rumore li impietrì, non capivano bene da dove venisse quel rantolo, di animale? Di persona? Di alberi?
No Ynès non sarebbe mai potuta arrivare fin lassù, ne erano quasi sicuri, la nebbia poi ovattava i suoni, il vento freddo le faceva cambiar direzione, poi in attimo, uno dei quattro guardò meglio, giù nel fosso, si intravedeva un corpo, Massimo, il più giovane, si voltò per non guardare……
Inizio avvincente ma poi? Siamo in attesa…
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