Le linci a Monte Morello – di Mimma Caravaggi

Uscirono al tramonto tutti e quattro per ritrovarsi al bar Tre Picche ma non per un aperitivo come era d’uso a quell’ora ma per partire in un unica macchina per Monte Morello in cerca del piccolo cucciolo di lince Ngoro e sua madre Dama scappati non si sa come dal laboratorio di ricerca del WWF dove erano tenuti in osservazione. Loro erano 4 scienziati accomunati da uno studio sulle linci. Gabriella, 25 anni Biologa laureata da poco, Giacomo 26 anni Etologo riferito al carattere, studio e comportamento degli animali, Enrico 28 anni, il più anziano, laureato in Scienze Zootecniche e Tecnologie delle Produzioni Animali con conoscenze di base nei settori di biologia chimica e matematica e Sara 22 anni ancora studentessa laureanda anche lei in Etologia e sorella di Giacomo. Tutti e quattro grandi amici fin dall’infanzia avevano conseguito gli studi più o meno similari e facevano parte del Gruppo scienziati del WWF di stanza a Firenze per lo studio dei due animali ora scappati dal laboratorio. Gabriella era preoccupata perché erano stati affidati alle sue cure e seppur animali nati in cattività potevano, una volta fuori, essere pericolosi per chi non era abituato a gestirli. Così partirono tutti e quattro alla volta del Monte Morello dove sembrava fossero stati segnalati l’ultima volta. Giacomo, Enrico e Sara erano lì per darle una mano ma ognuno a suo modo erano molto nervosi e pensierosi. Se non avessero recuperato i due animali sarebbe stato grave soprattutto per la loro posizione lavorativa nell’ambito del WWF. Quindi partirono con la speranza in cuore e tanti pensieri in testa. Giacomo pensava che sarebbe stato opportuno chiamare aiuto magari dei Carabinieri perché lui era timoroso di carattere mentre Enrico, il più ardito, aver preso in mano la situazione e dirigeva le operazioni di ricerca anche se era convinto che non fosse facile ritrovare i piccoli animali. Si era portato dietro anche una piccola telecamera per qualche buona e bella ripresa non si sa mai. Quanto a Sara si era aggregata come solito ma i tre non la tenevano ancora molto in considerazione. Era sempre stata la più piccola quella che doveva essere sopportata in ogni occasione e che il fratello doveva portarsi sempre dietro come un sacco di farina. Povera Sara, ora aveva 22 anni e si stava per laureare ed era anche brava, non aveva mancato un esame e i suoi voti erano tutti 29 e 30, ma nonostante questo veniva ancora considerata la piccola rompi palle del gruppo. Arrivati a Monte Morello si recarono subito dal pastore che aveva segnalato la presenza delle due linci e miracolosamente lì le trovarono rannicchiate una vicino all’altra quasi abbracciate nel fienile dove si erano fermate a riposare stanche e affamate, non essendo abituate alla vita esterna. Così i quattro felici e contenti del ritrovamento presero le due bestiole e le accomodarono fra calde coperte nel bagagliaio e allegramente salirono in macchina per tornare al laboratorio. Il danno, se così possiamo chiamarlo, era durato poco e quasi nessuno degli altri scienziati ed addetti del Laboratorio si erano accorti di cosa fosse accaduto. Il giorno dopo i quattro ragazzi arrivarono al lavoro e ognuno potè tornare tranquillamente alle proprie incombenze. Le due linci sembravano contente d’essere tornate a “casa” dove caldo cibo e coccole non sarebbero più mancate.
Simpaticissima storia!
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Ecco mi hai fatto venir voglia di essere una lince in fuga, scappo, mi cercano, mi trovano, mi riempiono di caldo e coccole, le tue bestiole forse, come, me avevan voglia di esser trovate…tenero…
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Carina la storia delle linci e anche la descrizione dei personaggi è interessante.
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