Il tocco di Lorenzo

Un tocco leggero – di Lorenzo Salsi

Foto di campellif da Pixabay

Eravamo seduti uno di fronte all’altro. Si rideva di qualche mia cazzata o qualcosa di strambo che mi era accaduto, mi accade sempre qualcosa di strambo. Uno di fronte all’altro, non accanto come alle elementari o al liceo. Era molto che non ci vedevamo e di fronte ad una pizza e una buona birra, i discorsi erano fluenti e piacevoli, insomma a quasi 60 anni ci si divertiva, eravamo spensierati. Quando, io dando le spalle al resto del locale, mi sento toccare in modo deciso ma delicato, un tocco di bambino. Alessandro mi fa cenno con la testa di girarmi e mi trovo faccia a faccia con uno dei bambini più belli del mondo. Il suo sguardo sembra vuoto, poi, mi lancia un sorriso di gioia, forse speranza. La mamma che spinge la sedia con le ruote fa l’atto di allontanarlo, la fermo. Il bambino di circa 7 anni vive su quella sedia dalla nascita. Non so che problemi abbia, almeno non conosco la sindrome, il nome scientifico della sua malattia. So solo che mi ha toccato con la sua mano contorta, che muove a scatti, che mi chiama col tocco perchè lui non ha parole, non può averle, temo non le avrà mai. Quel tocco è una voce, non un grido o un urlo ma un bisbiglio dolce e sonoro. La madre mi dice “ E’ strano, lui non tocca mai nessuno, non si permette “ “Lo lasci fare non mi da fastidio tutt’altro, è così delicato “. Lui continua a sfiorarmi . Intanto la serie di sorrisi si prolunga. E’ bello veramente bello questo bimbo, è allegro anche , glielo dico ed i suoi movimenti si fanno più scattosi, quasi si alza dalla sedia, fa muovere le ruote avanti e indietro, la madre fa fatica a tener ferma la sedia. “Diglielo al signore dove siamo stati? Siamo stati a Genova” . “All’acquario?” domando a lui. Il bimbo si muove ancor di più. “ Non sono un signore , sono Lorenzo “ dico al bimbo, “Io sono Leonardo (ndf)” dice la mamma. Leo mi tocca ancora come se fossi qualcosa che potrebbe sciupare, eppure mi vede son alto e grosso, son a mangiare una pizza con Ale dopo l’allenamento di rugby ( il campo è lì accanto). Eppure Leonardo mi tocca con movimento gentile e misurato, come se quella mano non fosse affetta e sorride. La mamma è stupita. Chiedo se gli è piaciuto l’acquario, lui muove il tronco con un vigore che fa fare un giro completo alle ruote indietro e avanti. La mamma “ Siamo stanchissimi, lui ha guardato tutto, è saltato su questa sedia un migliaio di volte, penso sia sfinito”. Si indovina la stanchezza il quel corpicino sfortunato, con un destino che ha cambiato sentiero all’improvviso, facendo diventare difficile una vita semplice. Si vede però anche la gioia e quel volerla trasmettere. Quel tocco delicato, confidenziale. Quel chiamare senza parole. Quel linguaggio fisico, dolce come una carezza ad un fiore ha fatto incrociare il suo ed il mio amore come fossimo dita intrecciate. Amori durati attimi, attimi come regali, attimi di strepitosa gioia donatami con quei tocchi piccoli, controllati della sua malferma mano. “Che bello che sei Leonardo, che bello che sei “

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

6 pensieri riguardo “Il tocco di Lorenzo”

  1. Un linguaggio muto che va dritto al cuore più di qualsiasi frase o dichiarazione. Una comunicazione immediata come l’amore, decodificato dalla parola che spesso si intromette nei rapporti, falsandoli, strutturandoli, privandoli dell’autenticità.

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  2. Racconto che emoziona anche a distanza Lorenzo.Sintonie nascono anche in contesti inattesi.Basta uno sguardo o un tocco a superare barriere per arrivare diritti al cuore.

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