Il rosso che cura – di Laura Galgani
Foto di pasja1000 da Pixabay
Il primo assaggio è con gli occhi: disseta la vista con quel suo colore esatto, preciso, proprio quello che si intende quando si dice “rosso”.
La mente si riempie di una tonalità di colore che si fa musica pervasiva, quasi assordante.
Non c’è posto per altre immagini, in quel momento.
Poi il tatto: ne segui la forma coi polpastrelli e ti accorgi che stai accarezzando un cuore.
Ne porti una vicino al viso chiudendo gli occhi e aspirando avida il suo profumo.
E’ una cascata di sensazioni, la primavera esplode fragorosa nel tuo corpo.
Finalmente le labbra si schiudono e una ci si appoggia.
Sperimenti la rotondità dei contorni che ti fa indugiare prima di morderla. E quando finalmente
non puoi più trattenerti e i denti premono sulla polpa ecco che sapore, profumo, consistenza si legano in un’unica espressione di armonia e tu pensi che anche solo per questo vale la pena aver vissuto.
Fragola, frutto che nasce in basso, appena sopra la terra. Ne sei i minerali, le radici, i pezzi di corteccia, gli insetti, le foglie, la fatica di chi ti ha lavorata.
Sei il sole che ti ha baciata dal finire dell’inverno, rimanendo così catturato da te da regalarti la sua essenza preziosa: Il colore del sangue, il colore della vita.
Diventa per me carezza, amore, luce.