Muri – di Simone Bellini

– Cosa ne pensi di questo muro ? – mi chiese Giovanni, grande illustratore e antropologo di fama mondiale, davanti ad una parete di una casa nella piazza della sua Bibbiena:- Beh- risposi- andrebbe intonacata !-mi fulminò con lo sguardo, poi con un sorriso:- Quasi tutti la pensano come te. Ma se guardi bene ti accorgerai che questo muro è un libro di storia; vedi…il primo strato ti dice che è stato edificato dagli etruschi, mentre il secondo dai romani e salendo ancora si va dal medioevo ai giorni nostri. Questa parete trasuda di storia ma nessuno se ne accorge –
I muri mi hanno sempre affascinato, con i loro incastri perfetti, a volte casuali con pietre irregolari o misti con mattoni e sassi, nascosti da un intonaco sgretolato che ne rivela il vissuto.
Muri a secco, di contenimento per una natura che comunque riaffiora abbarbicandosi con le sue radici negli anfratti più improbabili, imponendosi sull’opera umana.
Muri che narrano la loro storia nelle tracce di archi, colonne, fregi inglobati nelle pareti di antichi palazzi.
Muri che ti riportano indietro nel tempo attraverso gli anelli di attacco per le briglie dei cavalli dei messeri rinascimentali.
Rifugi per lucertole equilibriste, per formiche ed una miriade di insetti nascosti nelle piante rampicanti che li adornano.
Ogni volta che ho provato a immortalarli in una foto, questa non mi restituiva tutta la meraviglia, le sensazioni che i muri mi comunicavano.
Immagino tutta la pazienza, l’abilità, la fatica di chi li ha costruiti e la soddisfazione nel vederli finiti.
Mura imponenti, vanto e orgoglio della città! Oppure più meste ma ognuna con delle particolarità; la buchetta dove si passavano i fiaschi di vino, tabernacoli più o meno grandi con le loro storie, i loro affreschi.
Muri rispettati, accuditi nei tempi passati, offesi oggi da scritte stupide, incomprensibili di pseudo graffitari che si credono artisti, pochi, pochissimi lo sono.
Anni fa comprai un’auto con il tetto di vetro che mi diede l’opportunità di scoprire una Firenze fino ad allora sconosciuta; lo sguardo, libero d’innalzarsi sopra il capo, si stupiva nel vedere facciate affrescate, intarsiate di graffiti a secco, con bassorilievi e stili architettonici fra i più belli di questa città unica. Noi fiorentini siamo talmente immersi in questa bellezza che non l’apprezziamo più! La globalizzazione sta soffocando la nostra cultura, il nostro spirito, la nostra identità!
Basta un bella passeggiata in una stradina con selciato e mura antiche per riappropriarsi della nostra storia !

Seguite sempre gli occhi di Simone, troverete storie, immagini inedite, oggetti impensabili che inventano racconti…..
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Nel tuo racconto, nel tuo narrare non ci sono muri invalicabili, muri che chiudono…ho nel leggerti la speranza che da un momento all’ altro un tuo muro si apra su un mondo sano, pulito…bello..
Grazie Simo
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Condivido l’emozione per i muri, costruzioni fatte per chiudere, ma anche per sorreggere, per dare riparo e sicurezza, e mi inteneriscono quelli a secco dei confini dei campi, quelli che un po’ si sbriciolano quando si inzuppano di pioggia, e poi diventano polvere nei pomeriggi d’estate, ma son sempre lì, da sempre e per sempre, e non sono stati costruiti da architetti o ingegneri, ma da mani nere di terra e callose di fatica.
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Bello!!Anche la dolorosa constatazione della nostra stupida indifferenza alla bellezza che ci circonda.👀👀👍👍
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Sei riuscito in maniere chiara a descrivere le sensazioni che i muri ti comunicano, leggendoti le ho provate anche io.
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il muro come storia, tecnica,usi, utilità, vita , emozioni. Bello Simone. Grazie
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E poi.. I muri ci sopravvivono, resistono, attraversano il tempo. Ci offrono certezze. Mia madre adora costruire muretti a secco, in campagna. Ha 80 anni e ne è ancora capace. Che sia terapeutico?
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