Colori al vento

La stesa – di Laura Galgani

Foto di Sh Rizwan da Pixabay

Attendeva i due scatti secchi di fine lavaggio sulla soglia della veranda, quasi sull’attenti. Apriva l’oblò e chinandosi in avanti con eleganza svuotava il cestello lasciandone cadere il contenuto in un capiente cesto azzurro scuro, di plastica.

Iniziava sempre a stendere i panni dal lato destro di quella minuscola veranda, chiusa da infissi anni ’70, di metallo brunito, pesanti e affilati nei contorni.

Davanti a sé, quando si sporgeva con sicurezza in avanti per sistemare il primo capo ad asciugare, 5 fili ben dritti, allineati regolarmente. Sotto, la tettoia a tegole e coppi del vicino del piano terra, cosparsa dei resti sfortunati dei suoi bucati finiti male: qualche molletta da panni, un paio di mutande, un cencio per i pavimenti sbiadito, un calzino spaiato. Spingeva sempre lo sguardo verso le colline, mentre stendeva qualcosa. Gli eleganti contorni delle colline, ricamate in primavera da alberi fioriti color malva e da chiome dorate in autunno, la riempivano di gioia. Le ville, che vi si riconoscevano seminascoste dai pini, alti e piegati da un lato, non erano pretenziose e parevano trasportare anche lei indietro nel tempo.

Sceglieva sempre con estrema cura le mollette dal cestino rosa fucsia sopra la lavatrice; ce n’erano di diversi colori, in ordine d’intensità: trasparenti, bianche, beige, malva, arancioni, blu. Per lei era essenziale stendere con cura ogni capo lavato. Lo prendeva sempre con decisione, distendendolo bene davanti a sé, srotolandolo se era rimasto avvolticciolato, raddrizzando le maniche se erano una a dritto e una a rovescio. Poi, in una frazione di secondo sceglieva le due mollette – sempre due, mai una sola, e dello stesso colore – che avrebbero dovuto sostenere la maglietta, il golf o i pantaloni, per tutto il tempo necessario. Se si trattava di un sottogiacca fantasia, ci stava bene il beige, più riposante. Se era una maglietta nera, per contrasto ci metteva due mollette bianche. Per i jeans sceglieva sempre il blu, ovviamente, mentre per i pantaloni verde scuro senz’altro l’arancione. Le piaceva moltissimo abbinare le mollette malva ai capi estivi che si era fatta da sola, utilizzando stoffe diverse: di sicuro fra le gradazioni del rosa si sarebbero sentite bene. Per le lenzuola bianche con le cifre della nonna ricamate a mano invece sceglieva sempre le trasparenti, perché davano un tocco di iridescenza a quel candore.

Non avrebbe sopportato stonature. E’ vero, forse scegliere le mollette con cui stendere ciascun capo le faceva perdere qualche frazione di secondo, ma col tempo era diventata brava e ormai era un piacere al quale non intendeva rinunciare.

Quando aveva finito, si concedeva di vagare con lo sguardo di nuovo verso le colline, per fotografarne la bellezza. Poi si soffermava su quei 5 fili tesi, dove le mollette colorate formavano un disegno, un codice ogni volta diverso, nuovo, forse un linguaggio, anzi, una musica. Ecco, quei frammenti di colore sui 5 fili tesi altro non erano che le note di una melodia suonata dal vento da quella veranda anni settanta.   

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

9 pensieri riguardo “Colori al vento”

  1. Fantastica, tenera osservazione di un momento amoroso. Il cesto delle mollette diventa protagonista di una pagina che ci fa volare con leggerezza. Confesso che anche per me, tendere i panni al sole, protesa nel vuoto, è un momento segretamente importante.

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  2. I colori sono sempre affascinanti, anche quando si parla di” tender panni” quando poi si fa con ” eleganza” si ottiene il meglio..
    Dopo una notte insonne ci voleva la tua brezza, il tuo ricamo, dal profumo semplice…grazie

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  3. Ah,ah…da non addetto ai lavori le poche (ma non pochissime ) volte che ho avuto io quest’incombenza,ho fatto esattamente così.Insopportabile una molletta di colore stonato col capo che si appende.Un piacere quasi fisico…Che tu hai descritto con soave ma profonda leggerezza.😍💪👀

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  4. Bello davvero questo narrare di colori e di pulito. Anche io abbino le mollette. Anche io dedico a questa attività molta attenzione. Quando tira vento è bellissimo vedere i colori sventolare e giocare fra loro. Grazie

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  5. Mi èpiaciuto molto la descrizione delle mollette da abbinare ai colori. Io in genere non le metto perchè lasciano il segno, comunque questa idea di sceglierle in base al colore dell’oggetto a quanto sembra è usata abbastanza. Grazie dell’idea Laura.

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  6. Grazie a tutti, bello scoprire un comune sentire in un semplice gesto quotidiano che può riempirsi di colori e di armonia! Vi penserò da ora in poi mentre lo faccio!

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