La porta – di Rossella Gallori

Titolo: Tipo Wertmuller
Sottotitolo:…Quando lei si innamorò, di un cane, di una voce e di uno che aveva forse quaranta anni meno di lei , no forse trenta….e forse fu colpa di una sciarpa sfumata dal corallo al fucsia…
Ormai la porta di casa lo sapeva già, al suo secondo urlo, si apriva, la lasciava passare e si autosbatacchiava , quel pomeriggio però si meravigliò ( la porta) del suo abbigliamento fashion, di quei jeans ben stirati, della camicia immacolata di lino, del secchiello di cuoio chiaro…. E di quella lunga sciarpa color pesco in fiore…la scia di profumo restò a lungo nell’ androne del palazzo modesto, in una strada dal nome ignoto ai più, di un probabile martire di una guerra scaduta nel tempo.
A passi lenti raggiunse il grande parco, poca gente, bambini manco l’ombra, qualche cane nella propria area, un silenzio da baciare, socchiuse gli occhi, per dimenticare l’ ennesima lite, una vita insieme, per non capirsi mai…
Le arrivò all’improvviso tra le braccia quel pezzetto di cane dalle zampette polverose…..stava per imprecare quando udì la sua voce: scusi..scusi…mi è sfuggito il guinzaglio…
Rosy guardò nell’ordine: cane, camicia macchiata, guinzaglio e …e…padrone della bestiola…bello, alto, giovane, abbronzato, non finiva mai di scusarsi
Non fa niente, capita!
Sono Luigi lieto, mi scusi ancora.
Rosy piacere!
Un caffè?
Volentieri!
Fa freschino, è quasi buio.
Ti impresto la mia sciarpa se vuoi, posso darti del tu?
Rosy si augurò che il bel Luigi non dicesse : potrebbe esser mia madre. No non lo disse, prese la sciarpa fucsia se la strinse al collo e disse solo: te la riporto domani, stessa ora, stesso posto, poi al bar
Cominciò così la loro storia…fatta di confidenze, di risate, del cane che la rincorreva, di Luigi che l’aspettava, complice un caffè caldo, un ricordo condiviso, di anni che non dividevano, a volte era vecchio lui, spesso era giovane lei, il sud negli occhi di Luigi ed il “c” che lei dimenticava, fiorentina “nelle barbe”.
Spesso c’erano le lacrime nei loro discorsi, quei consigli che si davano l’uno all’altra, non risolvevano, rattoppavano e sapevano solo di sale sulle guance, ogni tanto riappariva la sciarpa rosa schocking….che sapeva un po’ di tutte e due.
Panchina, cane, parco, caffè, foto….photoshop …e gran risate… a volte.
Sì lei provava un sentimento per quel ragazzo, un qualcosa, che no, non poteva e non doveva essere amore, era una certezza, una boccata d’aria fresca…era tanto che la Rosy non respirava..
Successe tutto in fretta, non fecero in tempo nemmeno a salutarsi di persona, un vocale tra le lacrime, messaggi che sembravano strappi… che furono lacerazioni ….
Lui tornò in Puglia, ora vive a Roma…senza cane.
Lei nella stradina, vicino al parco a contarsi le rughe..
Si scrivono, si telefonano, lui che le dice: vieni a Roma, con la “O” aperta del sud..
Lei che risponde : Oh come fo….
Ps: lui non ha trovato un altro lui, le ferite sono ancora fresche …. lei sbatacchia sempre la porta dopo la solita, quotidiana lite.
La porta, vera protagonista del racconto non ne può più….
Foto di Rossella Gallori

Esilarante Rossella, un po’ clown un po’ romantica, amara sempre e pungente come nessuno
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…a volte era vecchio lui,spesso era giovane lei ….
Che bel racconto Rossella! Originale,divertente e intenso
Grazie
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Però…..dove c’è una porta c’è sempre un’uscita. O un’entrata.
L’amore inteso come affinità del sentire, voglia di conoscere l’altro, necessità di integrarsi in sensazioni comuni. Tutto questo travalica il tempo.
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Rossella e’tutto un frullare, amori ,sentimenti ,emozioni, un romanzo in divenire bello grazie
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<Ross mentre lo leggevo speravo in un finale diverso…fantasie molto popolari…scherziamoci su…brava come sempre!
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