Pioveva – di Carla Faggi

Foto di PublicDomainPictures da Pixabay
Pioveva, pioveva, e ancora pioveva.
Inciampai in una radice affiorante e quasi rischiai di cadere, mi aggrappai ad un ramo ma questo in tutta risposta mi scaraventò una valanga di acqua addosso.
Imprecai.
La lieve luce in fondo al bosco sembrava vicina ma non lo era.
Continuai a camminare per forza di cose verso quella lucina lontana.
Ogni goccia d’acqua però sembrava allontanarla un po’.
Mi incuneai in quel labirinto di spazio lasciato tra goccia e goccia ma iniziai a perdermi.
La lucina si faceva sempre più piccola e si spostava un po’ di qua, un po’ di là a seconda della volontà delle gocce.
Sembrava un gioco fra loro ma io non lo trovai piacevole.
Finalmente capii che non dovevo schivare le gocce d’acqua ma immergervisi, perforarle, andare sempre dritto. Era l’unico modo per uscire da quel labirinto.
Ad un tratto la lucina laggiù laggiù sembrò più vicina, immobile e sembrava aspettarmi.
Carla ci fai essere pioggia, ci fai diventare questo elemento completamente, senza alcun limite. Inaspettata e bella pagina, che bagna a distanza…..
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Perduta in un labirinto d’acqua,sembra di vederti e di bagnarci anche noi in quelle gocce dispettose,nella ricerca della piccola luce che sembra farsi beffe di noi.Una poetica descrizione del mondo,vista al femminile.Molto bello.😀😀👀
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C’ è sempre “una lucina che sembra vicina”…che si sposta, una descrizione …morbida…anche nello schivare le gocce…
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A leggerti sembrA di sentirle quelle gocce .Sembra di vedere scendere quel velo che impedisce la visuale e salire la bruma che fa il resto. Molto bello anche questo pezzo.
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A volte ci perdiamo nel tentativo di schivare gli ostacoli. Così la luce sembra sempre lontana.
Mi sembra un incoraggiamento a trovare soluzioni diverse….
Brava!
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