Nuove prigioni

INSONNIA – di Anna Meli

            E’ notte. Fuori imperversa la tramontana fredda e urlante. Io sola, chiusa in questa casa diventata troppo grande per me, tendo le orecchie allarmata da ogni piccola variazione di rumore. Anche il rodere di un tarlo mi turba.

            Mi alzo senza accendere la luce, c’è già del chiarore che passa attraverso gli spazi dell’avvolgibile. Mi avvicino ed osservo: non c’è nessuno, solo il vento impetuoso che coinvolge in una danza pazza fiocchi di neve di un inverno che non vuol cedere il passo alla primavera. Ciò mi sorprende piacevolmente. Penso che domani ai miei nipotini sarà permesso di uscire un po’ in giardino per toccare la prima e l’ultima neve di quest’anno. E’ da due settimane che sono chiusi in casa come tutti.

            Il mio sguardo vaga spostandosi da destra a sinistra alla ricerca di qualcosa di vivo, ma niente, niente, solo il vento impetuoso che se la prende con tutto quello che trova e lo fa ruzzolare via in una corsa disordinata e violenta.

            Trascorrerà la notte, sarà domani ma non sarà molto diverso; non grida gioiose di bambini ai giardini di fronte, non ronzio di motori sulla  strada principale: negozi serrati e silenzio innaturale. Qualcuno, come me, osserverà tutto questo con la fronte appoggiata ai vetri della finestra, per poco, poi se ne andrà con aria delusa. Il corona virus ha fatto in modo che ci chiudessimo tutti in casa, prigione dorata, impauriti e impotenti ad aspettare che tutto passi.             Ed è lì che ho riscoperto di avere tempo, per fare cose che avevo sempre rimandate ad un poi che non arrivava mai. Ho riscoperto il piacere della lettura, della musica, della cucina e altro. Nessun tipo di chiusura è negativo al completo. Riapriremo le nostre case e i nostri cuori per un domani diverso e migliore? Ne saremo capaci? Io lo spero ardentemente