In attesa del quarto incontro

Un contributo di ognuno in questi giorni difficili:

Tina: la torta di Nora
Sandra: i biscotti
Carmela: i gioielli
Stefania: gli animali da cortile
Simone: arte del vetro
Carmela: il paesaggio in acquarello
Rossella: improvvisare con poco
Anna: le frittelle
Nadia: la sanità

Carla: le parole:

Quando l’epidemia finirà, non è da escludere che ci sia chi non vorrà tornare alla sua vita precedente. Chi, potendo, lascerà un posto di lavoro che per anni lo ha soffocato e oppresso. Chi deciderà di abbandonare la famiglia, di dire addio al coniuge o al partner. Di mettere al mondo un figlio o di non volere figli. Di fare coming out. Ci sarà chi comincerà a credere in Dio e chi smetterà di credere in lui». David Grossmann

Patrizia: i fiori
Mimma: il giardino
Elisabetta: il risveglio della tartaruga
M.Laura: le piante grasse
Laura: la tesi
Chiara: i libri di quando era piccola

Vanna: una poesia:

In questo clima surreale

di silenzio e vuoto,

anche i pensieri si sciolgono diversi,

flessibili, si fanno collettivi,

si slegano  dall’individuale.

Non son più “io”, siam “noi,”siam  “tanti,”

accomunati da una sorte impervia,

cerchiamo imperscrutabili perché:

diversi, pochi, molti…

Una fatica sola ed essenziale: sacrificar l’ego al bene universale

Luca: il disegno
Gabriella: la luna

Trasparente

La cartella trasparente – di Luca di Volo

Lo scenario: seconda media. Interprete: un bambino, normale, normalissimo.

Ma un bel giorno…anzi un brutto giorno, o non gli venne in mente al professore di darci un tema da fare a casa…E io i temi li detestavo.  Certo, sono un po’ cambiato da allora.  Comunque, in quel tempo li odiavo con tutta l’anima.

Insomma . ”Allora ragazzi,  in Italiano ho visto che siete un po’ scarsini…via, per domani portatemi un tema, a piacere.  Ma portatemelo domattina. ”

Che potevamo fare? Subimmo.

Solo che io…siee.  non c’avevo mica tempo:  prima giocare un po’ a calcio, poi a palline,  poi ai Salesiani il campionato di ping pong…Alla sera , naturalmente, quando tornai a casa, del famoso tema non c’era traccia.

Ma io, per far tacere la cattiva coscienza mi consolavo , sapendo di mentirmi: ”Ma un se ricorda mica , sai…tante altre volte c’ha detto: ”Ora un ciò i ttempo peccorreggelli, si fa un ‘altra volta.  ”

Come un condannato che aspetta dalla Corte Suprema  una sospensione, altre ventiquattrore di vita…

Ma all’indomani.  scalogna delle scalogne o non fu questa la prima cosa che il Prof.  disse: ”Allora ragazzi, l’avete fatto il tema?”

Risposta corale: ”Sii”, anch’io…vigliacco. 

“Bene.  allora te , Di Volo, l’hai fatto , vero?”. Forse ero proprio trasparente. 

Eh, dissi.  sì sì…ma mi sentivo morire. 

“Ah.  allora vieni alla cattedra e leggilo a tutti, vai.  ”

Strascicando i piedi, andai alla cattedra, portandomi dietro la cartella.

Il prof.  si aggiustò gli occhiali sul naso chiedendomi: ”Ma come mai con la cartella? Ci sarà dentro il tema…allora tiralo fuori e leggi. ”

E io, deciso a reggere ostinatamente la parte, la cartella l’aprii davvero.  Sapevo benissimo che dentro non c’era un tubo…ma scrutando il fondo finsi anche stupore.  ”Ma come mai.  mah, era qui…” E sentivo gli occhi del prof.  che mi trapassavano.

Dopo un po’ di questa pantomima, finalmente mi chiese: ”Prova a darmela a me codesta cartella.  può darsi che io sia più fortunato. ”

Aveva capito tutto…io e la cartella eravamo trasparenti come l’acqua di fonte…

Gliela porsi e lui (tanto per tenermi ancora un po’ sulla graticola), finse di guardarla bene dentro e poi me la restituì.  E, con aria comprensiva mi parlò ”Eh sì.  , io dentro c’ho trovato delle lettere, forse ti son cascate dal foglio in autobus.  Ma parecchie si son perse, purtroppo. Sai che si fa? Domani, invece che UN tema.  me ne porti DUE.  così si recuperano anche le lettere finite nell’autobus…”

Che dire…tornai mogio al mio posto. Le orecchie mi ronzavano, ma più di tutti sentivo il ridacchiare maligno dei compagni.

Mi feriva , non tanto l’evidente menzogna, quanto la grandissima figura a bischero che avevo fatto nel fingere di guardare dentro una cartella sapendo perfettamente che dentro non c’era proprio nulla…ma cosa speravo? che ci fosse qualche miracolo?  qualche angelo che mi facesse trovare un tema che non c’era?  (bell’argomento: il tema che non c’è.  da approfondire. ) Non lo so.

Ma l’interrogativo che da allora mi strazia è quando mi chiedo:  ”Ma cosa avrei fatto se davvero dentro la cartella c’avessi trovato davvero il maledetto tema?!”

Angoscioso. 

E poi da quel momento non usai più la cartella.  Tanto era “trasparente”.