La bimba, la luna…noi – di Rossella Gallori

Si presero per mano …no, lui prese per mano lei e lentamente si avviarono verso la piazza, non doveva sembrare una fuga, anche se a tutti gli effetti…lo era.
A pochi metri da casa avevano un appuntamento, quasi notte, sicuramente buio…panchine di pietra vuote, una piazza tonda vuota a quell’ora, un traffico modesto…una latteria gelatosa abbassava il bandone, un grande occhio di metallo salutava il loro passaggio era quello il segnale… ecco si ,
ora potevano iniziare a cantare, lui con la sua voce, lei con gli occhi…non aveva il coraggio di interrompere quel sogno, quelle parole: tu che mi sorridi verde luna,dille che io l’amo più di prima….
Poi si sedevano per terra con il capo poggiato a quel duro cuscino , mai stata così ospitale una panchina di pietra, lo sguardo in su, verso la palla d’argento” hai visto la tua luna? Ti somiglia è tonda lucida, silenziosa e buona”
Continuava a cantare, lui, un po’ Fred Buscaglione, un po’ tenore mancato: guarda che luna, guarda che mare…io questa notte senza te…
E lei, li, immobile e credulona, fiduciosa, che luna e canzoni fossero state create, solo per lei, e sicura che nessuno avrebbe smentito quel suo credo inverosimile…si, ne era certa, era bella e luminosa come la luna, forse anche di più, Lui, lo aveva detto e doveva essere così….
Terminava, la piccola fuga, c’ era il rientro , certo ed inatteso…come fermare quell’incanto…cosa chiedere ancora alla vita?
Come per magia quella voce tabaccosa riprese l’ incanto , stringendole la mano: la luna rossa,me parle e te….
C’era, in quel loro amarsi un’alchimia indistruttibile, nessuno provò mai a distruggere infondo la bimba era un doppio pianeta e suo padre….suo padre …Dio.