Trasparenza

Il bambino trasparente – di Carmela De Pilla

C’era una  volta un bambino che viveva con la sua famiglia in un antico mulino adagiato sulla riva di un torrente.

La prima cosa che faceva ancor prima di andare a scuola era correre verso il ruscello e sedersi sulla schiena del grande orso.

Lo aveva chiamato così quel masso enorme che si spingeva con forza verso l’acqua limpida, si arrampicava sul dorso panciuto fino a toccare le due fessure  con cui l’amico guardava lo scrosciare del torrente, poi raggiungeva con un po’ di fatica quel foro sull’estremità dove ogni mattina inseriva uno spicchio della sua mela.

L’aria era pungente a quell’ora e gli piaceva sentirsi accarezzare il viso con le sue ali fresche, s’incantava nel veder scorrere l’acqua trasparente che si riversava con fragore laddove si creava una cascata o si placava in piano.

Ecco, lì c’è un sasso più grande e allora gioca…gioca a rincorrersi intonando ogni volta una canzone nuova oppure si ferma, si ferma per riposarsi dal lungo viaggio in una piccola insenatura dove centinaia di occhietti neri col codino guizzano freneticamente sapendo che presto avrebbero rallegrato con il loro canto la piccola valle.

Olmo non sarebbe andato via per nessun motivo pur di ascoltare quella dolce melodia.

 Nel freddo silenzio il piccolo fiume gli raccontava ogni giorno una delle mille storie che aveva imparato lungo il suo cammino.

  • Olmo, devi smetterla di nascondere la tua mela nel buco di quella roccia.
  • Ma il grande orso ha fame!

Non riusciva a capire come facesse la mamma a scoprirlo, eppure si muoveva con prudenza per non farsi vedere.

Accadevano cose a lui incomprensibili, ogni giorno si sentiva dire dagli altri ciò che nascondeva e custodiva con gelosia nella sua mente…

  • Lo so che mi vuoi bene, tesoro.
  • Anche oggi hai tirato le trecce a Francesca, vero?
  • Olmo, se non hai capito la divisione me lo devi dire, sono qui apposta per insegnarvi no?
  • Olmo, lo dico alla mamma se prendi ancora una volta il mio diario!

Devo essere trasparente, pensò un giorno preoccupato per ciò che accadeva, sì, trasparente proprio come l’acqua del torrente!

Non so come, ma riescono sempre a vedere i miei pensieri proprio come io vedo i sassi tondi e lisci nascosti sotto l’acqua. No, non voglio essere trasparente!

Il tempo scorreva e si avviava verso quella stagione in cui le giornate più lunghe e il tepore dell’aria aiutano la natura a rinascere, complice il sole Olmo si avviò verso la lingua argentata.

Poco distante dal grande orso vide Luigino che stava pescando con la sua canna nuova di zecca.

  • Tanto anche se hai la canna nuova non prenderai nemmeno un pesce! Pensò.

Non gli stava molto simpatico Luigino, si credeva chissà chi solo perché aveva sempre qualcosa che lui non avrebbe mai avuto.

  • Li  prenderò i pesci, non ti preoccupare, con la mia canna nuova diventerò un campione!
  •  Uffa! Anche questa volta è riuscito a leggermi nel pensiero!!

Da quel giorno Olmo camminava avvolto nel grande cappotto di sua sorella, lo metteva anche in casa per nascondersi sempre di più alla vista degli altri.

  • Vivrò per sempre nascosto qui dentro così, anche se sono trasparente nessuno potrà più leggere i miei pensieri.

Dopo qualche giorno la  mamma cominciò a preoccuparsi, non l’aveva mai visto così triste e poi con quel pastrano addosso sembrava la sua ombra!

In un tiepido pomeriggio la mamma lo invitò a fare merenda laddove l’acqua scorre imperturbabile e si sedettero sulla schiena del grande orso.

  • Cosa c’è tesoro, perché sei così triste? Lo vuoi dire alla  mamma?

Olmo sparì del tutto dentro il grande cappotto e incominciò a piangere, prima trattenendo i singhiozzi, poi si lasciò andare in un pianto dirotto

La mamma lo abbracciò, lo baciò sulla guancia bagnata e nel caldo silenzio lo cullò al suono della musica che l’acqua spandeva nell’aria.

  • Sono diventato trasparente! Tutti leggono i miei pensieri, scoppiò tra le lacrime.
  • No, amore mio, sono i tuoi occhi trasparenti, raccontano ciò che il tuo cuore scrive nella tua mente e di questo tu ne devi essere felice perché a volte, sai, le

parole non bastano per dire ciò che si prova dentro l’anima e allora…e allora gli occhi raccontano. Ecco, tutto qui, promettimi che non ti nasconderai mai più, lascia che gli altri vedano sempre chi sei veramente, chi c’è dentro di te.

Olmo si tolse il cappotto, aveva capito, cercò la mano della mamma e si avviarono verso casa

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

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