I bambini che siamo stati: altre scintille

La bambina che ero…di Rossella Gallori

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è primavera-rossella.jpg

I bambini sono fiori, piccoli bocci da accudire, da annaffiare, per farli crescere, protetti, da serre chiamate case…ecco credo che in casa mia avessero perso l’ annaffiatoio…o si era rotto? O non c’era mai stato! O ancor peggio, non c’ era acqua?

Ma io, io, io, ero una bimba fortunata avevo un giardiniere, un giardiniere, solo per me.

Trotterellavo nel lungo corridoio, ad ogni piccolo ostacolo gridavo: babbooooo!!

Non avevo particolari doti, l’ aria sempre imbronciata, annoiata, interessata  più alle voci, che ai giochi, ecco si, non sapevo giocare, avevo una scimmia di lana nera che trascinavo da una stanza all’ altra ed un orso di brutta pelliccia che si chiamava Bernardo, aspettavo, aspettavo e basta, in quella casa troppo grande, per  un esseruccio  come me, tra rumori e suoni crescevo, con il frastuono molesto della voce della nonna, il  fruscio argentino ed invasivo della mamma….nell’  attesa del suono magico della sua voce, ed allora aprivo occhi, braccia e cuore…non volevo altro che lui, il mio giardiniere…ero il suo fiore più bello, credevo di avere petali stupendi, un colore unico,  un fiore  eterno…invece…invece..

Iniziò troppo presto il periodo della fuga, scappavo, da tutto e da tutti, cercando un nascondiglio, in quell’ attesa spasmodica che non portò a nulla, se non ad una solitudine, che divenne compagna…e non mi bastavano, fratelli, mamma….inghiottivo delusioni, abbandoni, veri e  presunti, mi sdraiavo sul tappeto ai piedi del “nostro letto” facendo finta di essere un cane, che non riusciva ad abbaiare, aspettando che lui mi venisse a cercare ad accarezzare, che mi togliesse il guinzaglio, bruciasse la cuccia, mi prendesse in braccio e mi portasse via…..

Ecco la bimba che ero, una che aspettava, volevo solo ritornare sul lettone, per imparare a scrivere a leggere, con lui e per lui, per inventare storie di case belle affacciate sul mare, di bimbe intelligenti, sorridenti, di stoffe colorate utili per foderare anime, per avvolgere sogni… babbooooo !! Non rispondeva più nessuno, ed avevo “già dieci anni”, non solo “10 anni” qualcuno  aveva deciso che ero grande…

E feci finta di esserlo, per quattro anni, vivevo allo stato brado, un cavallo ferito, che non sopportava sella, un oggetto non in vendita, che si poteva comprare con tre parole ed una voce che me ne ricordava un’altra.

Lasciai i sogni che non avevo ed andai a lavorare, mi accompagnò il babbo quel giorno…..anche se non c’era più da tempo….. fu la mia salvezza.

Ma che fine ha fatto quella bambina?

Avatar di Sconosciuto

Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

2 pensieri riguardo “I bambini che siamo stati: altre scintille”

  1. Non è facile commentare i tuoi scritti, sempre troppo veri di sentimenti universali, e nello stesso tempo solo tuoi. Sempre da leggere.

    Piace a 1 persona

Lascia un commento