Ancora scintille

Dubbi che continuano: seconda parte – di Luca Di Volo

Vai. . ora che ho preso l’aìre. . chi mi ferma più…

Avevo lasciato un bambino di 10 anni, riempito solo di sentimenti e sensazioni. Completamente privo di idee, aspirazioni e progetti. Questi sarebbero venuti tardi. . molto più tardi.

Ma ora vorrei allargare lo zoom per descrivere l’ambiente formativo in cui è cresciuta tutta una generazione. Qui però devo fare una premessa: quelli che sono nati dieci anni dopo di me (cioè dal’51 in poi), stenteranno forse a credere a quello che dirò…dieci anni di progresso nell’educazione infantile sono un abisso. . per fortuna.

La guerra era finita da poco, anzi , da pochissimo tempo. In un paese ancora in macerie però rimanevano alcune vecchie idee , chissà, forse legate al mito della “romana ruvidezza” di stampo fascista, o al mito della razza, ancora vivo in certi ambienti. . Non lo so. Invece mi ricordo vividamente di qualche veneranda educatrice (o sedicente tale), che tutta immerlettata, sollevando il sopracciglio con l’occhialetto, dava “consigli” alle giovani mamme, come la mia. ”Il bambino non vuol mangiare qualcosa? Glielo rimetta davanti a pranzo e a cena. Vedrà che, spinto dalla fame, lo mangerà per forza…”

E mia madre, povera donna, visto che io non mangiavo nulla , provò anche questa…ma durò poco, appena nel pomeriggio buttò via la pasta al burro che non potevo soffrire e mi dette quello che mi piaceva . Meno male.

Altra sentenza di queste spartane educatrici: ”Il bambino fa i capricci? Per punizione non gli dia la frutta a fine pranzo. . ”Vi rendete conto? Però questo consiglio la mia mamma non ci pensò nemmeno a seguirlo, per mia fortuna.

Insomma , questo era l’ambiente educativo, ora farebbe inorridire qualunque pedagogo. . ve l’avevo detto che non mi avreste creduto.

E poi c’era il famoso “Carrozzone” che con il “Collegio”, faceva parte delle più tremende minacce concepibili. Questo “Carrozzone”, mutuato da Pinocchio (il “Carrozzone di Mangiafuoco), era quello che si portava via i bambini cattivi…Se avessero saputo il male che facevano quelle minacce, poveri genitori, non l’avrebbero certo fatte. Eppure anch’io fui minacciato così: detestavo i carciofi, ma quando mi dissero ”Mangiali o si chiama il Carrozzone”, li richiesi a gran voce. Ora so che questo “Carrozzone” era la minaccia del rifiuto della famiglia, della protezione . . una cosa terrificante. Stesso discorso per il”Collegio” (vedi Gian Burrasca).

Poi si cominciò ad andare a “dottrina” (così allora si chiamava il catechismo). E venne la parte peggiore. Già perché la minaccia non era più il Carrozzone o il Collegio, ora erano le fiamme dell’Inferno, nientemeno. Il Diavolo poteva nascondersi dappertutto, nell’unghia con un po’ di smalto, nella piccola traccia di rossetto. . per noi maschietti, se ci “toccavamo”. . e non si sapeva nemmeno cosa volesse dire.

Ed era il periodo in cui andavano di moda le “Novelle della Nonna”, una serie di racconti dove il Diavolo era l’interprete principale, scritti da una certa Parodi, che Dio l’abbia in gloria…

E noi si leggevano con un piacere sadomaso, felici di esserne terrorizzati. . o forse per esorcizzarli? Non lo so.

Ma tutto non era così ostile. In mezzo a tanti ricordi sgradevoli, so che sono rimaste alcune pietre preziose, scintille nel buio che forse sono state quelle che ci hanno fornito l’appoggio per andare incontro alla vita.

Per me: la Primavera che esplodeva quando si scioglievano le campane il Sabato Santo, la trepida attesa del Natale (per i regali, certo, ma non solo). Oppure quando mi capitò di avere il più raro esempio delle figurine degli animali. . Per chi può capirmi: il rarissimo “Syndetociste”,  che ancora non so cosa diavolo fosse, ma era il numero 600 e con lui si completava la collezione.

Momenti di gioia incredibilmente potenti, e che da allora non ci sono più stati. Anzi. . , l’unica cosa che può ricordarli è la prima trepida scoperta del sesso che però è di molti gradini inferiore (e questo è per i benpensanti. . )

Ma ora è tempo di coronavirus. E mi chiedo se questo momento, così difficile, non possa fare in qualche modo rivivere i bambini che siamo stati, con le angosce ma anche le grandi gioie.

Mi propongo di ascoltare le campane il Sabato Santo, non si sa mai. .

E forse sarà possibile un’altra Resurrezione.

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

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