I bambini che siamo stati: scintille condivise

Dubbi e scintille – di Luca Di Volo

Questa ulteriore “provocazione“ di Cecilia, (parlo dei “bambini che eravamo”), mi ha davvero sollevato un nugolo di scintille, tante che probabilmente non basta uno scritto singolo per vederle tutte..pazienza, vuol dire che ci saranno più puntate e se i nostri simpatici lettori e lettrici avranno voglia di guardarle …intanto io comincio.

Prima di tutto..prima di tutto..come direbbe Crozza, io temo di essere un caso patologico..già, perché della mia primissima infanzia non ricordo praticamente nulla. Solo qualche flash, qualche lampo nel buio..tranne qualche rarissima eccezione, un materiale da psicanalisti, mi sa.

Per esempio ho il ricordo , lucidissimo, di quando con una mia vicina coetanea giocavamo “ai dottori”..c’è poco da ridere, chissà quanti l’avranno fatto. Forse volevamo da grandi fare i medici? Non credo proprio, per quel che ne so, eravamo entrambi spinti da curiosità più terrene .. e ora mi rendo conto che questa mia amica è stata la prima donna nuda che ho visto nella mia vita.. e io per lei . Ah,se lo sapesse…ma forse lo sa..in seguito divenne una donna affascinante e corteggiatissima..e di me non ne ha più voluto sapere..beata innocenza..

Ma oltre a questo c’è poco materiale..io che tiro in testa ad un bambino un vagone di un treno di legno …dopo ho saputo che ero stato rimandato a casa come incorreggibile. Poi un premio a scuola..Poca roba.

E allora mi faccio anch’io una domanda: che bambino ero? Quello che giocava ai dottori, quello che tirava i trenini in testa..? Probabilmente tutti e due..

Io sono più vecchio di tutte le mie compagne (e di molto), ma ho l’impressione che a quel tempo, sotto le bombe, portati via in fretta e furia nella notte, non avessimo nemmeno avuto il tempo di elaborare qualcosa..Era pura e sempice sopravvivenza.

Quindi , devo andare piuttosto avanti nel tempo per percepire desideri, motivazioni, aspirazioni, come sarebbe interessante.

Cosa sognavo di diventare a 10 anni? Non lo so..non mi ponevo nessuna domanda..mi lasciavo vivere..La cosa più importante per me in quel periodo era l’album delle figurine degli animali…

Fu parecchio tempo dopo che cominciai ad essere più concreto…molto più tardi..

Ma qui si va per le lunghe..Dovrò scrivere un’altra puntata..Cecilia..è colpa tua. Troppe scintille hai sollevato..

La scatola magica – di Tina Conti

Ecco che mi ritrovo a preparare. Una nuova scatola. Questa volta è più   piccola della prima e della seconda, il destinatario farà quattro anni a breve. La destinataria per esattezza, quella dolce cucciola a che non ha ancora imparato a difendersi e che sto allenando a mettere le mani a protezione e a fare la faccia arrabbiata quando si sente in pericolo. Per fortuna ho iniziato molto presto a pensarci cosi adesso che tutti i negozi sono chiusi  è quasi  completata e ben nascosta. Stamattina con sorpresa ho trovato  nell’armadio delle tazze un sacchetto di caramelle al latte, cosi, le metterò  nella scatolina di latta dentro la scatola. Credo che ormai siano le uniche  rimaste in casa dopo i ripetuti furti si , avete capito bene, furti che non sono riuscita a evitare. Ma, torniamo alle scatole magiche come le chiamano i miei nipoti. Queste scatole magiche  preparate con largo anticipo, contengono le cose più diverse, recuperate e cercate a seconda delle capacita e degli interessi del bambino, ma secondo me sarebbero gradite anche agli adulti ,specialmente in questa nuova situazione. Pezzetti di carta colorata, cartoncini delle varie confezioni di alimenti e oggetti, pezzi di stoffe ,nastri e spaghi, sonagli, colle, forbici, album colorati e carte diverse, colori, nonché un piccolo telefono brillantoso con i trucchi e un pennellino. Naturalmente per le bambine che miracolosamente ho potuto prendere ieri. Bene, riguardo ai furti , devo dire che a me le caramelle non piacciono, ma sono circondata da golosi incalliti. Ho sempre tenuto in bella vista le varie scatole di chicche  per offrirle a ospiti e amici, adesso pero’, non sarà più cosi. Trovavo i vari contenitori sempre più vuoti ma non ci facevo caso. Fino a quando spostati a altezze sempre più alte, ho scoperto mucchietti di cartine argentate dentro i paralumi ,sotto le tovagliette dei tavoli abbiglie’, sotto le poltrone. Non ci sono posti sicuri mi sono detta, anche sopra l’armadietto dell’ingresso sono stati scovati e fatti fuori cioccolatini, fondenti e al latte alla menta, caramelle, gelatine. Eppure  mi sembrava  di essere molto attenta quando  dopo il caffè, mi prendevo un cioccolatino  e me lo gustavo in santa meditazione per addolcire le ore del pomeriggio, non tanto  però da non essere scoperta e derubata. Bene, troverò nascondigli ancora più segreti, ma la lotta è dura. Non posso neppure fidarmi a tenere il piccolo contenitore dello zucchero sul tavolo perché , piccole manine  depredano a tutto spiano. Sono il numero quattro e il numero cinque della brigata, loro sembravano i più innocenti ma, quando ho trovato il contenitore leccato fino in fondo ho capito. Niente più ingenuità, tenere la guardia alta, non è tempo di imprudenze.

Secondo incontro virtuale: i bambini che siamo stati

Da piccola avevo una vera passione per Peter Pan. Mi affascinava la sua figurina volante, il vestitino assurdo tutto verde con cappellino a punta, l’ombra che gli si era staccata e che voleva farsi ricucire, i suoi viaggi notturni in volo verso la “seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino”… E poi le lotte contro i cattivi e la protezione verso il gruppo dei “bambini sperduti” rifugiati nell’Isola che non c’è.

Peter si era perso da piccolo, allontanandosi dai genitori e non voleva crescere, sicurissimo di stare bene come stava.

Peter Pan era…. il mio babbo che raccontava favole, che mi portava al cinema, che costruiva giochi e giocattoli. Era mio babbo che mi insegnava a sognare.

Peter Pan è un personaggio letterario creato dallo scrittore scozzese James Matthew Barrie (Kirriemuir, 9 maggio 1860 – Londra, 19 giugno 1937). Il personaggio appare per la prima volta nel 1902 e poi nei romanzi Peter Pan nei Giardini di Kensington (1906) e in Peter e Wendy (1911).

Queste le frasi più belle:

Il motivo per cui gli uccelli, a differenza degli esseri umani, sono in grado di volare, risiede nella loro fede incrollabile, perché avere fede vuol dire avere le ali.

Forse tutti noi saremmo in grado di volare se fossimo assolutamente certi della nostra capacità di farlo come l’ebbe, quella sera, il coraggioso Peter.

C’è un’Isola-che-non-c’è per ogni bambino, e sono tutte differenti.

Fra tutte le isole amene l’Isola-che-non-c’è è la più accogliente e varia; non immensa ed estesa, con spazi noiosi tra un’avventura e l’altra, ma tutta ben stipata. Quando ci giocate di giorno con sedie e tovaglia, non è un posto per niente pauroso, ma nei due minuti prima di andare a dormire, quasi quasi diventa vero. Ecco perché esistono le lucine da notte.

E l’ultima per salutarci:

Dovete fare pensieri dolci e meravigliosi. Saranno loro a sollevarvi in aria.