Il diavolo

Il diavolo – di Gabriella Crisafulli

Le piaceva molto quella casa. Dopo che la sua famiglia di quattro persone aveva vissuto  nell’alloggio militare (due stanze senza bagno), finalmente avevano trovato posto in un appartamento vero: cucina, tinello, soggiorno, due camere e un corridoio a elle che dalla porta d’ingresso portava al bagno.

Erano stanze luminose, assolate, accoglienti.

Dal balcone più grande ci si affacciava sulla collina del Baradello tagliata a mezza costa dalla Napoleona.

Dalla parte opposta si apriva la visuale del cortile di accesso alla palazzina.

C’era persino una grande vasca da bagno che serviva anche per il bucato. Etta aveva il compito di passare il sapone in pezzi sui fazzoletti a mollo e di strofinarli fino a togliere il muco: era molto orgogliosa che la mamma avesse bisogno di lei e si impegnava con tutte le sue forze quando teneva le lenzuola da un capo perché lei potesse strizzarle torcendole dalla parte opposta.

Non c’era riscaldamento centrale ma due stufe, quella economica in cucina e una di ferro, adiacente alle camere, nel punto in cui il corridoio si piegava a gomito.

All’inizio della bella stagione quella nel corridoio veniva dipinta con una vernice d’argento che la faceva risplendere.

All’arrivo del freddo, quando era accesa di nuovo, sprigionava un fumo denso ed acre che impediva di respirare e faceva piangere.

Alimentata a carbone, si arroventava e diventava completamente rossa. Quel cilindro incandescente si stagliava nel buio della notte emanando bagliori di fuoco.

Etta aveva paura.

Ogni volta che andava in bagno si muoveva intorno a lei con circospezione scivolando lungo la parete opposta a quella dove si trovava.

Le sembrava il diavolo.

Come quello che aveva incontrato sul treno Milano – Palermo.

Nel silenzio della carrozza, mentre padre e madre dormivano, la guardava con due occhi che sembravano fanali.

Lui le faceva cenno di stare zitta.

Lei sentiva il suo corpo.

Rimase zitta.

Era paralizzata dalla paura.

In fondo la situazione in cui si trovava non le dispiaceva.

Aveva paura e un grande senso di colpa.   

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

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