
Un pelo, solo un pelo di Rossella Gallori
L’occhio smise di guardare, un nuvola rossastra mi investì, decisi di fingere, sorridendo stropicciai il malcapitato colpito, sperando che tutto finisse in fretta…niente avvenne, anzi, per simpatia l’occhio non ferito, iniziò a lacrimare, il trucco si sciolse, l’ombretto “terra normanna” costoso e vistoso arrivò lento e copioso lungo le guance.
Lui mi guardava, non sapeva se ridere o gridare, forse voleva fuggire. D’altronde non era stata, per me, una giornata speciale, nell’ordine mi si erano: smagliate le calze, il tacco 12 aveva ceduto sotto il mio peso, l’orlo della gonna, poco prima di uscire, aveva mostrato il peggio di sé, ciondolando come uno scaricafulmini d’ auto d’epoca , per non parlare poi del profumo esploso sulla mia camicetta nuova di pacca di un rosa cipria, che più cipria non si può.
Era il primo appuntamento, almeno con lui, ed il fato mi era stato avverso: il tempo , i contrattempi, la scelta del maschio…e quel pelo, quel pelo contro, che cattivo e maligno aveva ucciso un probabile amore.
Non l’ho rivisto, nel vero senso della parola…


