
Aromi in giardino – di Mimma Caravaggi
Esco di casa e mi addentro in giardino umido per la pioggia. Chiamo il mio cane per farlo rientrare, ma non mi ascolta. Ho fretta perché ho messo il mangiare sul fuoco e spiedini sulla griglia nel vecchio focolare annerito dalle fiamme. L’odore si sparge per la casa prorompente, buono, appetitoso. Il cane mi scodinzola intorno in attesa di un bocconcino. Sono indaffarata e accaldata tra cucina e focolare perché ho messo molta roba sul fuoco perché cuocia lentamente, il sugo con i suoi aromi deve sobbollire lentamente affinché il polpettone e soprattutto le patate che lo accompagnano incamerino tutto il profumo e il sapore delle spezie. Sul focolare gli spiedini vanno controllati per non sbruciacchiarli e unti con rametti di rosmarino e salvia perché anche loro si insaporiscano. Ho i miei vicini a pranzo e non vorrei sfigurare. Lui è un omino allampanato e ingobbito e lei è una bella Signora ma sempre stanca, annuvolata e arrabbiata con il marito, ma eccellente in cucina, bravissima. Povera me che figuraccia farò? Eppure l’odore che aleggia nelle stanze sembra catturare le narici . Certo se avessi preparato il fagiano sarebbe stato meglio che un umile polpettone, ma avrei dovuto pensarci ieri, metterlo in fusione con tutti gli odori possibili compreso il mirto e la cedrina, aceto, olio, sale, pepe e un pò d’acqua e poi girato più volte per accalappiare bene e più intensamente i sapori delle varie spezie e poi messo a cuocere in tegame piano piano lentamente. Sarebbe stato una squisitezza. Ormai è tardi cosa ci penso a fare? Vuol dire che preparerò in quattro e quattr’otto il riso con la salsa al limone, il mio cavallo di battaglia soprattutto quando ho fretta e voglio fare una buona figura. E’ veramente un buon piatto. Arrivano gli ospiti e li accolgo in salotto dove dal focolare si sprigionano effluvi profumati e appetitosi ed anche la coda di Napo esulta e scodinzola in attesa dei nostri resti.
