
Lara a metà – di Roberta Morandi
Bionda, giovane, ma con una espressione matura, occhi castani che al sole si tingono di smeraldo, sorride a quell’isola che le viene incontro mentre si avvicina con l’aliscafo. Ha solo 24 ore per scoprirla, poi il volo per Kiev. Salina fra tutte è la più verde, ha scelto questa per un gioco di parole, per istinto, per quel desiderio di qualcosa che non sa che cosa è: non è un ricordo né una memoria di qualcosa di definito.Gli amici di Palermo che dopo anni è venuta a trovare, le hanno parlato di questa isola vulcanica, come le sue 6 sorelle, verde e profumata, e di un piccolo paese appollaiato nella caldera del vulcano spento, sprofondata in mare, le rocce nere aspre e scoscese gli fanno da cornice: Pollara. In ucraino Pollara (polovyna) significa metà. Pollara – metà Lara. E Lara stava cercando la sua metà e forse in quel posto avrebbe potuto trovare il suo innamorato. Appena scesa dal traghetto in quel settembre inoltrato, quando i turisti ormai hanno sciamato via dall’isola, l’avvolge un intenso profumo di mare misto a ginestra e capperi. Il chiacchiericcio del porto le riporta alla mente la Dneper, in parte navigabile, della sua Kiev, e già s’innamora. Ma come fare a trovare la sua metà in 24 ore? Prende un autobus per raggiungere Pollara, la strada si inerpica su per la montagna in un susseguirsi di tornanti, giunge al punto panoramico prima di scendere lungo una vena varicosa, dall’altro lato dove si apre come un anfiteatro che per un attimo ti lascia senza respiro , quel che resta del vulcano. Pareti nere e aspre fino al Pianoro su cui si adagia la morbida Pollara prima dell’ultimo salto in mare. Una visione mozzafiato. Lara lo sente. È il fascino del vulcano. È spento, ma c’è. La sua presenza è la nera roccia, le pareti ripide e sassose che si tuffano imponenti nel mare verde smeraldo. L’autobus si ferma nella piazzetta della Chiesa di sant’Onofrio, l’unica piazza in fondo all’unica strada, lì, sul muretto che guarda il mare e le isole di Filicudi e Alicudi, c’è Alessandro immerso nei suoi pensieri con la sua fedele macchina fotografica al collo. Lara scende, incerta, come potrà mai trovare la sua “polovnya” che quel paese le ha promesso col suo nome? Si avvicina al parapetto. Alessandro percepisce la sua presenza. Si guardano negli occhi e…tutto diventa liquido.

