
(Ispirato a giochi di parole)
Non c’è nessuno? – di Maria Laura Tripodi
La lampada sul tavolino era rimasta accesa tutta la notte e adesso languiva perché la luce del sole aveva dipanato le ombre. Stava là, inutile e inquieta, quasi indispettita. Se avesse potuto avrebbe gridato “non c’è più nessuno che ha bisogno di me?”
Un movimento rapido della tendina scoprì il paesaggio liquido del primo mattino.
Lei era rimasta sveglia tutta la notte, o così aveva creduto, tenendo in mano una vecchia foto in bianco e nero che ritraeva un vecchio in mezzo a un orto. Quello era suo nonno, l’unico che avrebbe potuto conoscere perché gli altri se ne erano andati molto tempo prima che lei nascesse.
Ma non era accaduto, non si erano mai incontrati.
Aveva bisogno di rievocare con la forza del pensiero una presenza che non c’era mai stata e di cui sentiva una nostalgia dolorosa.
Il cuore a un certo punto aveva accelerato i battiti e in quella soglia affascinante che sta fra la veglia e il sonno lo aveva visto (o sentito?): non era un fantasma, piuttosto una specie di energia che lei percepì come un messaggio di speranza.
La foto era caduta per terra con la stampa rivolta verso il pavimento.
Buongiorno nonno Antonio.
Una splendida fotografia, una foto double face che il tempo non ha sbiadito
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Meraviglioso fantasma
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