Primavera vien danzando

Bibliocoop Bagno a Ripoli 27 marzo 2019

Chiude la nostra mini rassegna Matite-Bibliocoop una festa di primavera con parole colorate e immagini d’autore, con Carla Faggi, Tina Conti, Luca Di Volo, Laura Galgani e Ivana Acciaioli. Letture di Emma Rotini, Gabriella Crisafulli e Cecilia Trinci

acquarello di Carla Faggi
acquarello di Tina Conti
olio su tela di Luca Di Volo

pittura su seta di Laura Galgani

fiori di zucchero di Ivana Acciaioli

i fiori di Tina Conti

Quando le stelle ridono

Mi sembrerà che tutte le stelle stiano ridendo – di Mirella Calvelli

Percorrere il lungo sentiero fino alla spiaggia  sarebbe stato un gioco da ragazzi, se non fosse stato per l’ora e che stava per sopraggiungere l’oscurità.

Lenta, come nelle sere di inizio autunno e nel contempo veloce.

Lo scenario del cielo stava cambiando e i grandi nuvoloni grigi si spostavano velocemente da un capo all’altro, complice un vento determinato e freddo.

Così, pulito il manto celeste, una coltre semiscura pennellava la volta in maniera decisa.

Incerte comparivano le piccole luci argentate, applaudite dalle chiome dei pini, già vestiti da sera.

I loro smokings sembravano impeccabili, impercettibili le loro braccia e il fresco fogliame.

Accellerò il passo, perchè in quel punto la folla degli alberi era compressa. La sabbia che calpestava la faceva sprofondare leggermente.

Il tunnel  del teatro aveva numerosi anfratti, un’infinità di palchi, dove sbirciare tutto l’insieme.

Rumori la colpivano alle spalle, per poi rifuggire come un colpo d’ala all’indietro.

Facevano capolino le maschere fra i cespugli odorosi, gigli di mare, piccoli animali notturni dai grandi occhi gialli.

Il passo rallentò, adesso lo spettacolo  che le si poneva davanti era aperto. La lunga lingua del mare lambiva i piedi, provocando un misto fra il piacere e il disagio.

I brividi le percorrevano la schiena dal basso verso l’altro, increspandole i capelli.

Poi il silenzio. Sembrò che il vento si fermasse, che le onde rallentassero la monotona corsa verso la riva. I pini trattennero il respiro.

Lei fece ancora due passi indietro, non per l’acqua gelida, ma per aprire il suo sguardo all’orizzonte.

Alzò la testa, all’indietro, appoggiandola sulle spalle.

La bocca si aprì sottilmente,  il respiro rallentò, intervallato dal battito del cuore, gli occhi divennero ancora più grandi e lì….sembrò che tutte le stelle stessero ridendo.

Rumori nella notte

Rumori nella notte – di Chiara Bonechi

…non gli piacevano i rumori della notte…                                                                                                 

Sua moglie era partita per qualche giorno, accadeva raramente e lui non era abituato a rimanere da solo, non si sentiva a proprio agio nel silenzio della sua casa, niente cigolio di porte, niente tonfi di sportelli che si aprono e si chiudono, gli mancavano il rumore dell’aspirapolvere, gli squilli del telefono e le sue chiacchiere, senza di lei la casa piombava davvero nel torpore.

Era una sensazione strana a cui certo sarebbe sopravvissuto ma che si intensificava verso sera, quando la luce del sole si faceva lieve per lasciare spazio al crepuscolo e all’oscurità.

Aveva comunque deciso di gustarsi la casa apprezzando la solitudine, non gli dispiaceva sentirsi avvolto nel silenzio e muoversi nelle stanze che, come ovattate, gli apparivano perfino più grandi.

Una cena fugace, uno sguardo al computer, al giornale, una telefonata per rassicurare moglie e figli e poi finalmente spaparanzato sul divano alla televisione.

Il sonno arrivò prima del solito, forse era la noia di quella situazione che lo portò a letto presto.

Si rigirò una, due, tre volte, poi solo ascolto: una macchina che arriva, un cancello che si apre, un motorino che accelera e  voci di gente che si saluta con toni troppo alti per quell’ora della notte.

Tutto rimbombava, poi silenzio ma solo per un attimo.

Da sopra percepì un calpestio, leggerissimo, e poi un ticchettare, di sicuro erano i gatti nelle loro fughe notturne e poi un fruscio, forse si stava alzando un po’ di vento.

Basta!

Non gli piacevano i rumori della notte.

Si alzò e andò a bere.