Sbattere la porta senza ritegno

Non voleva sentirla piangere e sbatté la porta senza ritegno – di Ivana Acciaioli

Sua moglie era in travaglio ormai da diverse ore e viste le due precedenti esperienze si immaginò  che il momento dovesse essere vicino.
Gli era sembrato di sentire un vagito, ansimava fermo dietro la porta,  il respiro corto per la corsa su per le scale, non vedeva l’ora, non vedeva l’ora di sapere e ansimava come un mantice.
Ecco sentiva il pianto ininterrotto, la levatrice aprì la porta ed annunciò: – È femmina!
La terza femmina… ero io.
E qui iniziano i racconti contrastanti: mia madre ha sempre affermato che mio padre sbatté la porta senza ritegno deluso senza neppure venirmi a vedere, mio padre invece  fermamente  sosteneva di aver chiuso la porta  in modo normale  e  di essere entrato ma un attimo  non riuscendo a sopportare di sentirmi piangere in quel modo strano,disperato;  in effetti piansi  per ore e non per il trauma di essere nata,  mi fasciarono e sfasciarono  più volte peggiorando ogni volta la situazione.
Era il 26 giugno, l’ultimo venerdì , il temporale estivo era stato violento , mio padre si  accese una sigaretta  ed  uscì, le ultime piccolissime gocce battevano sulla lamiera della capanna in giardino, tump,tic, plac, plunc, ancora era buio ma l’orizzonte si tingeva di rosa e pure la sua famiglia si era tinta di nuovo di rosa, scansò con la mano il fiocco azzurro sul tavolo, prese quello rosa, lo attaccò alla porta.
Salì di nuovo al piano di sopra, si tolse le scarpe  e proseguì  in punta di piedi in camera delle figlie per non fare il minimo rumore, era stata una notte lunga, nella stanza al buio si sentivano solo sospiri leggeri, per fortuna  non avevo disturbato il sonno delle mie sorelle.
Solo  dopo qualche giorno e molti pianti incomprensibili mia mamma si accorse che avevo un piede rotto.

***

Queste le frasi assegnate da cui si poteva scegliere un suggerimento per la storia:

Ho sbattuto la porta sulle mie rabbie- Ogni mattina le persiane cigolavano-Aveva voglia di raccontarsi a piene mani- Ti sembrerà che tutte le stelle stiano ridendo-Dietro di sé sentì un fruscio– Non gli piacevano i rumori della notte-Dietro la porta il suono di una musica dolce-Parlava piano per non farsi sentire-Ascoltò attentamente tutto il discorso. Era sicura di non aver sentito niente-Una tromba urlò in lontananza-Non voleva sentirla piangere e sbatté la porta senza ritegno-Si tolse le scarpe e proseguì in punta di piedi per non fare il minimo rumore-La sirena perforò i timpani dei curiosi-Era troppo lontano. Non riusciva a sentire cosa diceva. E allora si mise a guardarla-Nella stanza al buio si sentivano solo sospiri e battiti di ciglia-Non piangeva. Raccontava e basta.- Dal piano terreno saliva un rumore indefinito, un rotolare di ferraglia senza senso. -Non era possibile dormire. Dalla strada un fragore stratosferico, alternato a momenti di quiete angosciosa  peggiori dello stesso rumore.-Ansimava. Il respiro corto, la corsa su per quelle scale. Non vedeva l’ora. Non vedeva l’ora e ansimava come un mantice.-Piccolissime gocce battevano sulla lamiera del giardino. Tump, tic, plac, plunc……… Ancora era buio ma già l’orizzonte si tingeva di rosa

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

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