Non piangeva. Si raccontava e basta – di Gabriella Crisafulli

Se ne stava seduta al sole bruciante circondata dalle Dolomiti. L’atmosfera era quella allegra di sciatori in una malga ad alta quota. Lei guardava tutto: i camerieri che servivano, le persone che chiacchieravano, il panorama strepitoso. Era in cima ai monti avvolta da una natura incantevole ma si sentiva preda della malinconia. A giorni sarebbe stato il suo compleanno e misurava i danni che aveva fatto nel tempo.
Fin dalla nascita aveva bevuto virtù a cucchiaiate con il risultato di cercare errori e vizi negli altri. Era stata fiamma ossidrica per chi la circondava perché si incistava nelle loro vite. Peccato. Sicuramente qualcosa di positivo doveva aver pur fatto, ma non veniva ricordato e chi la circondava era ostaggio dei propri vissuti. Così le si avvicinavano con prudenza, in dosi omeopatiche.
Si strinse nella pelle accaldata dal sole.
Non piangeva: si raccontava e basta.
Aprì il libro che teneva in mano e cominciò a leggere.