Lo zampirone – di Andrea Bettarini

Dopo un inverno abbastanza mite e una primavera con un mese di anticipo probabilmente seguirà un’estate caldo-umida. I cambiamenti climatici sono diventati evidenti. Nella prossima stagione estiva, senza essere pessimisti, viste le premesse, le zanzare la faranno da padrone. Ricorreremo ai metodi sempre usati per combatterle anche se loro hanno sviluppato delle difese naturali per proteggere la propria incolumità. Spesso gli insetticidi invece di essere efficaci contro questi minuscoli vampiri notturni, finiscono per danneggiare la salute di chi li usa. Un sistema molto diffuso, nelle serate estive, è quello di mettere sui balconi delle finestre aperte gli zampironi per contrastare l’ingresso alle zanzare.
Zampirone: qual è l’etimologia della parola? Questa volta non sono ricorso al vocabolario né tantomeno alla Accademia della Crusca ma al generoso baule della storia. Frugando ho trovato che alla metà dell’ottocento erano riconosciute le proprietà del piretro come insetticida, ricavato dall’essiccazione di una pianta. Si deve all’ingegner Giovan Battista Zampironi, chimico e farmacista, l’idea di creare nel suo laboratorio di Mestre nel 1886 il “piroconofobo “ che altro non era che un cono composto da polvere di piretro, nitrato di potassio e materiale legante e addensante. Una volta che al piroconofobo si appiccava il fuoco, il fumo emesso dalla lenta combustione, costituiva un efficace repellente per le zanzare. Il prodotto ebbe subito un gran successo e il termine piroconofobo fu prontamente sostituito con quello del suo inventore.