GHIACCIO CHE SCRICCHIOLA- di Tina Conti

Aveva acceso il fuoco nel camino, le fiamme impetuose brillavano e scoppiettavano.
Non aveva voglia di uscire, si era da poco messo comodo sulla poltrona e era immerso nei pensieri, fra poco avrebbe preso il libro e si sarebbe riscaldato coprendosi con quella coperta vecchia e consumata, ultimo lavoro della mamma .
Si era fatto buio e per le strade ormai non c’era nessuno. ma l’aveva promesso, doveva andare al magazzino a insacchettare la merce per il negozio.
Si infilò gli scarponi pesanti, si copri bene con la giacca imbottita si mise sulla testa calva un colbacco consumato e liso che tutti gli inverni ritirava fuori dall’armadio.
Con la torcia in mano uscì in strada.
Quanta neve era caduta nella sera, leggera, soffice morbida.
In alcuni punti era ghiacciata, scricchiolava sotto i piedi, suoni diversi a ogni passo.
Andava lento e cauto, il ghiaccio era insidioso.
Passando vicino alle case, si vedevano dalle finestre luci e famiglie in intimità.
Dentro il magazzino c’era un gelo inaspettato, doveva fare in fetta, già sentiva freddo alle mani, doveva fare una bella scorta per non dover tornare di nuovo in quel posto.
Muovendosi si riscaldò un po’, in breve tempo dentro i cesti c’era la scorta di frutta secca, fichi, mandorle, nocciole e pistacchi per la pasticceria.
E quel sacco non si ricordava cosa conteneva, lo aprì con curiosità, dentro, fra nastri e fili argentati c’erano i campanellini che sua nipote anni addietro aveva usato per la recita d Natale a scuola.
Ricordò i visi gioiosi dei bambini, l’atmosfera festosa, i canti, l’allegria.
Si portò dietro il sacchetto: chissà che non serva di nuovo a qualcuno pensò
intanto i campanellini suonavano ad ogni passo rallegrando il suo andare.
Profumo d’inverno, campanelli che suonano, passi pesanti, fili colorati…finestre illuminate..forse è Natale…auguri
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