L’Arno giovane – di Carmela De Pilla

Avevamo deciso di uscire quel giorno, il sole era così prepotente e invitante che non potevamo rimanere in casa.
Le avevo messo il vestitino che preferiva, uno scamiciato di cotone leggero cosparso di innumerevoli fiorellini azzurri, Lisa saltellava, pregustando già il pomeriggio all’aria aperta.
Presi la sua manina morbida e accondiscendente, desiderosa di essere guidata e ci tuffammo nella strada.
Era una stradina di un piccolo paese che portava direttamente alla “Rana”.
Che buffo sentire la sua vicina che ripeteva: -Mamma andiamo alla Rana?
Mentre si camminava mi accorsi che anch’io saltellavo, ero spensierata, volevo giocare con la mia piccola in un tempo senza tempo.
L’aria era calda e afosa così accellerammo il passo per arrivare il prima possibile.
Eccoci, la pineta era punteggiata di troppe persone che si impossessavano di ogni angolo e la pozza, così la chiamavano, era affollata di piccole e grandi teste che fuoriuscivano dall’acqua.
Risate, grida, palloni, panini …no,no…non avevamo voglia di tutto questo, ci guardammo negli occhi e con aria complice andammo oltre e via, via davanti a noi si dipanava uno spettacolo meraviglioso.
Un ruscello ancora giovane, ignaro delle meraviglie che avrebbe scoperto durante il suo percorso, scorreva silenzioso, non un soffio di vento lo distoglieva dal suo andare, ogni tanto borbottava o giocava con qualche masso che con dispetto deviava il suo corso.
Quel gioco di luci che il sole si divertiva a creare mi trasportarono in un mondo di suoni e colori.
Lisa si divertiva a camminare lungo la riva, nell’acqua morbida e trasparente invitandomi a una musica che risuonava dolcemente.
Era magico l’Arno quel giorno, lo sentivo più amico del solito.
Quando l’Arno diventa persona e le persone piccoli ruscelli…si comprende bene cosa vuol dire saper scrivere!
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