A proposito di donne

Alma, una storia vera – di Rossella Gallori

Non posso dire  “ LA CONOSCEVO BENE”  come spesso si dice, dopo un fatto, una notizia di cronaca; dico semplicemente, ci ho parlato, l’ho incontrata spesso,  forse l’ho anche sottovalutata nel suo parlare freddo, senza emozione apparente…

Ci incontravamo casualmente, in una latteria che non c’è più, un po’ nascosta a S. Andrea, lei era lì con una età indefinita e la tazza del cappuccino tra le mani, sembrava scaldarsi, più  che dissetarsi, aveva freddo…un freddo che la vita non le ha mai tolto.

Seppi che si chiamava Alma, quando il lattaio la richiamava perché aveva lasciato il resto ….Sora Alma i sordi….ohindo la ce l’ha la testa!!!

Un giorno, lo ricordo bene, era quasi maggio, io avevo sbattuto la porta sulle mie rabbie, per fare pochi metri senza respirare, e ritrovare con quell’apnea forzata, una specie di equilibrio. Me la trovai alle spalle, quasi sorridente, aveva voglia di parlare di raccontarsi, mi disse che si era sposata a 15 anni con un lui apparentemente ricco e gentile, vecchio di anni e di cattiveria, mi parlò dei suoi figli, 5 nati uno dopol’altro, con nomi mai scelti da lei, che aveva solo l’obbligo di “ covare” e basta…e se piangevano  erano  botte, per lei…e se non eran  botte erano insulti, sputi in viso, nel cuore…

Non piangeva Alma raccontava e basta, raccontava del suo conoscer due lingue, del suo leggere, del suo amare la musica, la poesia…e di quel lui che l’aveva sempre umiliata ed offesa….per poi  lasciarla sola senza soldi, senza casa, senza amici, senza un minimo di stima…

Le domandai, come avesse fatto a non odiare un uomo così violento….ebbi una strana risposta…

“Non l’ho perdonato perché mi ha fatto credere di essere scema, le botte mi han fatto meno male.”

Ho saputo da poco che Alma si è uccisa…..non so come, ma so chi è stato …….