PICCHIETTARE – di Franco Bellio

Mi ha sempre affascinato accompagnare mio padre quando faceva compere ed approvvigionamenti per l’osteria. Lo osservavo estasiato testare la qualità di una partita di vino da acquistare, prima assaggiandolo con gesti ed espressioni facciali che molto più tardi avrei visto ripetuti da pomposi sommeliers, poi armeggiando con sapienza ed esperienza complicati arnesi del mestiere come provette, versatori cromati, termometri e alcool tester. Ma quello che più mi incantava era quando nei caseifici sceglieva con accuratezza certosina una forma di parmigiano. Estraeva con religiosa precauzione da un astuccio (quasi una teca) un argenteo martelletto e iniziava sapientemente a picchiettare la forma, tendendo l’orecchio per percepire il rimbombo nei minimi particolari. L’espressione del suo viso non era mai uguale, quasi stesse riflettendo come in uno schermo la vita del prodotto che stava analizzando : sembrava intravvedere quanto i pascoli fossero verdi, quanto chiare e fresche le acque del ruscello che li attraversava, quanto sazie e tranquille fossero le mucche, quanto il pastore fosse stato paziente e scrupoloso nella mungitura, quanto i mastri casari avessero svolto con passione il loro lento, metodico lavoro. Quel picchiettare rilasciava un suono che riecheggiava a meraviglia un intero mondo


