Ansimare in montagna – di Nadia Peruzzi

Il bosco era folto e non se ne vedeva la fine. In alcuni punti il sentiero era troppo scosceso, quasi al limite dell’impraticabile. Eppure stavamo camminando da ore. Eravamo partiti di notte, il percorso era accidentato, sapevamo che non era facile raggiungere la radura che era la nostra meta.
Il passo era pesante, il fiato sempre più corto. Il respiro, oltre i 1800 metri, si fa sempre più affannoso. Qualcuno ansimava proprio. Non doveva esser troppo abituato a camminare in montagna.
Finalmente l’ultima linea degli alberi è sorpassata. Si comincia a scorgere la radura. Al buio fitto si è sostituita pian piano la luce lattiginosa di un’alba senza sole.
Adesso ci vediamo tutti. Schierati a cerchio, in un silenzio di attesa, attorno alla radura .La fatica è ricompensata: le marmotte cominciano ad uscire dai loro rifugi interrati.
Con le zampette sembrano lanciare saluti verso le macchine fotografiche che scattano a più non posso.
Si vuol cogliere l’attimo, prima che fugga !