
A Chiara – di Ivana Acciaioli
Eravamo diverse allora come ora eppure ci siamo conquistate.
I miei quindici anni, uno in più dei tuoi, erano spavaldi come le mie minigonne, la mia aria emancipata da ragazzina che di periferia non voleva odorare, mi faceva apparire sicura, forse un po’ sfrontata, tenevo ben nascosti i miei timori e la sicurezza diventava stendardo.
I tuoi capelli ramati, la tua aria ingenua, le lentiggini intorno al naso ben disegnato, erano la tua inconsapevole forza.
Io avevo vinto da tempo la battaglia per le calze trasparenti che a te erano concesse solo sotto dei lunghi calzettoni, li toglievi prima della campanella mentre il bagno diventava per te anche sala del trucco negato, mentre io sfoggiavo liberamente il mio ombretto colorato.
Eppure la tua minor libertà appariva ai miei occhi come maggior attenzione di coloro che sicuramente volevano proteggerti dalla vita.
Eravamo amate in modo diverso e la ricerca di indipendenza alla quale ero da sempre stata educata in dei momenti risultava difficile.
Comunque crescere era inevitabile per entrambe.
Ti ponevi all’ombra della tua amica R. bella , superba con la sua treccia esageratamente lunga quanto ammaliante, eppure per me eri tu più affascinante, con il tuo sguardo di meraviglia con la tua semplicità e la tua modestia.
Ecco perché ci tengo alla nostra amicizia che dura nel tempo.