
Fiori di tiglio – di Elisabetta Brunelleschi
È la sera il momento migliore: quando cala il buio in un giorno caldo di maggio e al tepore leggero della notte si mescolano gli aromi dolciastri dei fiori di tiglio.
Così gli ho annusati in un lontano 1981 (o ’82?) a Sesto Fiorentino. Fu come se li avessi sentiti per la prima volta.
Eppure a casa mia c’erano due tigli secolari. Ma loro no, non mi arrivavano con l’odore dei fiori ma solo con l’ombra che in estate sapevano donare.
Invece quel viale a Sesto percorso a piedi, mi avvolse come improvviso di un sentore intenso che con l’aria dell’imbrunire si appoggiava sui miei capelli e riempiva le mie narici.
Andavo lenta verso un Circolo dove avrei incontrato un gruppo che si occupava di archeologia. C’erano persone che mi piacevano, con le quali avevo idee e sentimenti da scambiare.
Persone che per molto tempo mi sarebbero state vicine. Io quella sera non lo sapevo, c’era un futuro da percorrere.
In quel viale dove il buio da poco era calato, io scoprivo l’odore dei tigli e andavo leggera verso nuovi incontri.
Ancora oggi nelle sera tra maggio e giugno, aspetto quel profumo e quando il naso ne è pieno, non posso fare a meno di ripensare agli incontri di quei lontani giorni, all’archeologia, alle gite a Tarquinia, Blera, Roselle, Vetulonia, … e anche a tutto quello che di quel tempo ancora mi resta.
Dove, quando, non importa… un profumo conosciuto e sconosciuto al tempo stesso …e la tua voglia di vivere…
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Bello Elisabetta. Ho riprovato le stesse sensazioni che provo quando passo lungo il viale di entrata a Grassina nel periodo di fioritura dei tigli,. Sono Alberi imponenti e meravigliosi come la loro fioritura che penetra nelle narici e vi rimane per diverso tempo. Bella sensazione. Grazie
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