Il mio zig-zag e un’amica importante – di Mimma Caravaggi
Ho davanti a me l’album di fotografie dei miei lavori. Alberto li ha pazientemente fotografati uno per uno ed ora ho solo foto che testimoniano tutto ciò da me fatto in tanti anni. Se mi guardo indietro, onestamente, mi chiedo come potevo svolgere tutto quel lavoro dopo le 7, a volte 8 ore di Banca, a contare i soldi degli altri? Maneggiavo, ogni giorno, milioni e milioni di lire. Lavoro di attenzione ma a lungo andare monotono come tanti altri, anzi direi molto arido. Quando tornavo a casa la sera dopo cena pensavo che mettendomi in poltrona davanti alla TV mi sarei rilassata e invece era proprio il momento di maggior noia e tensione. Iniziai così a riprendere il lavoro a maglia preparando dei bei golf con cerniera per Alberto e qualche amica. Poi pian piano iniziai a soffermarmi con più attenzione davanti a certe vetrine che mostravano lavori manuali e da lì presi spunto per dei piccoli lavoretti. Feci un un cappellino puntaspilli ritagliando un cartone tondo e mettendo nel mezzo un bel batuffolo di ovatta per poi ricoprire il tutto con un tessuto allegro a quadretti, abbellito con nastro e merletto. Poi pian piano la mia produzione andò non solo a migliorare ma anche ad espandersi. Un giorno di 30 anni fa circa, conobbi una ragazza di un negozio di tessuti e passamanerie che mi incantavano. Molto spesso uscendo dal lavoro mi avviavo con la mia bicicletta a velocità sostenuta verso il suo negozio e se c’era mi fermavo a chiacchierare con lei. Mi aveva colpito quel suo carattere molto diverso dalle persone che conoscevo e che frequentavo abitualmente. Lei mi colpì per la peculiarità, la sincerità e nello stesso tempo apertura del suo carattere, assolutamente senza fronzoli: quel che pensava diceva, cosa che a me piacque immediatamente. Diversa da molti fiorentini cortesi ma non eccessivamente sinceri con cui avevo avuto a che fare. Così è nata una grande amicizia che dura ancora ora. Litighiamo molto, parliamo molto, ci ascoltiamo molto e tutto questo ci ha permesso di andare avanti nel tempo, sinceramente con qualche lacrima asciugata repentinamente senza offendere né ferire. Posso affermare ora che è una delle amicizie più vere e sincere fra le varie amiche e conoscenze che ho. Sto divagando troppo, ritorno al negozio dove, tutte le volte che mi fermavo compravo qualche stoffa, qualche merletto o passamaneria che lei RO cercava di farmi pagare il meno possibile dandomi saldi e pezzetti di avanzi. Tornavo a casa felice e non vedevo l’ora di aprire il pacco e dopo cena mi mettevo a ritagliare figure di animali o oggetti dalle stoffe appena comprate poi le imbastivo su altre di colore unico a formare una sorta di tappetino o una tendina per il bagno o anche un paralume. Qualsiasi cosa che permettesse alla mia mente di creare, fantasticare togliere l’arido conteggio del denaro a cui ero sottoposta per la maggior parte del giorno. Un giorno comprai della stoffa plastificata spendendo abbastanza perché piuttosto cara e Ro mi aggiunse dei tagli rimasti dello stesso tipo e di colori diversi. Nel fine settimana successivo provai a fare una borsa per la spesa. Mi venne in mente un modello visto sotto i portici in centro, piuttosto bruttino ma pensai che io avrei potuto migliorarlo perché avevo delle bellissime stoffe e poi potevo rifinirle meglio con della bella passamaneria. Ebbi ragione e fui felice perché venne veramente una bella borsa che molte amiche e colleghe mi chiesero di rifare per loro. Iniziai anche un mercatino cercando di guadagnarci qual cosa ma non credo di esserci riuscita, tanto il mio scopo non era quello di guadagnare quanto di divertirmi a creare e questo è stato un grosso aiuto per me per tanti anni. Passavo tutte le domeniche a cucire ciò che avevo imbastito le sere durante tutta la settimana e veder finito l’oggetto mi rendeva fiera e contenta. In seguito mi cimentai in borse da passeggio, piccole tracolle addobbate con passamaneria e stoffe molto particolari e costose alle quali non mancavo di aggiungere internamente o addirittura esternamente una taschina per il cellulare spuntato di recente e che non si sapeva ancora dove mettere. In borsa si perdeva con tutto il resto che può esserci in una borsa da donna così io pensai ad un sacchetto delle giuste dimensioni per un cellulare attaccato con un cordoncino al manico della borsa così da poter tenere il cellulare normalmente dentro la stessa ma volendo anche al di fuori. Borse semplici, ben cucite, per tutti i giorni o da sera, di maglia, di pelo, di strass che ho venduto tutte, meno due che ho tenuto per me. Insieme ai consigli della RO ho preparato dei sacchetti di stoffa per mettere le scarpe in valigia, piuttosto allegri e non ingombranti, delle cuffie per la doccia, spiritose e diverse. Ho rivestito scatole di legno per porta oggetti o per mettere cinture, calze, guanti e altro per tenere l’armadio un po’ più in ordine. Ho rivestito delle vecchie cornici di legno con stoffe, fiocchietti e merletti per rinnovarle. Insomma non avevo alla fine neppure il tempo per respirare, ma mi sentivo viva e di sicuro non mi annoiavo. In ultimo non sapevo più che regalare o vendere: con queste creazioni avevo riempito il mercato delle mie conoscenze. Il negozio di passamaneria chiuse i battenti ed io andai in pensione. Così mi domandai cosa potevo mai fare ora con tutto quel tempo a disposizione. L’idea mi venne quando riuscii ad accomodare una collana comprata al mercato. La mia impresa da “imprenditrice” così non chiuse, si alleggerì del lavoro e ne iniziò un altro, quello della bigiotteria.