
La casa sul lago – di M.Laura Tripodi
La notte era fredda e buia. Pioveva fitto fitto e la casa era illuminata da tante piccole luci che nell’oscurità del bosco la facevano sembrare un albero di natale. L’uomo fermò la macchina, guardò verso la casa, sospirò, poi si fece coraggio e scese. Prese il borsone appoggiato sul sedile posteriore e una smorfia di dolore gli deformò le sembianze .
Si coprì il viso con la sciarpa in un gesto protettivo senza senso. Là dentro sapevano chi era e lo stavano aspettando e fuori sembrava esserci solo il nulla. Ma ecco, la governante aveva aperto la porta e i suoi occhietti curiosi scrutavano l’uomo pregustando un evolversi goloso e succulento, come le pietanze che stavano sulla tavola imbandita.
L’uomo entrò senza salutare. Si tolse con fatica il pesante cappotto. Sul maglione una macchia di sangue sembrava allargarsi a vista d’occhio. Provò a salire le scale, ma cadde pesantemente sulle ginocchia. La ragazza gli si precipitò incontro. Un odore sgradevole di poco pulito la investì, ma il sangue che intanto era colato sul pavimento la fece inorridire.
Lui la guardò con occhi innamorati e nostalgici. Stava morendo, ma aveva portato a termine il proprio compito: l’ostaggio era stato liberato e dopo lo scontro a fuoco era riuscito a recuperare anche il denaro.
Il padre di lei sarebbe arrivato di lì a poco al posto di polizia del vicino paese, accompagnato dalle forze dell’ordine.
Mentre seguiva il proprio rantolo, sempre più debole lo sguardo gli si posò e si spense per sempre su un cesto pieno di buona frutta.
…e lo sapevo che prima o poi ci scappava il morto!!!!Una storia con la S maiuscola…
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Pronto per un film,, un bel giallo! Brava
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