Pennellate verdi

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I verdi di Monet – di Tina Conti

Ho visto tante opere di questo  pittore  che forse mi interessa poco la mostra di Roma. Ho pensato: ma non conosco le opere del museo Marmottan, così forse…..
Ci vado lo stesso, ho perso il  Merisi  a Milano e questa gita mi intriga, perché così mi rivedo Roma.
Tutti sul treno, quanti siamo!, quasi  quaranta.
Piove anche a Roma, ma che fascino questa città, io cammino piano, non mi interessa bagnarmi,  il Colosseo me lo voglio rivedere, e i fori  imperiali poi,quei fregi sul tempio  non me li ricordavo proprio
Ombrelli, turisti ……ma quanti asiatici.
Ecco, entriamo, hanno collocato delle riproduzioni di fiori nelle nicchie esterne dell’edificio.
Si comincia, ci sono foto, la famiglia, i tanti giardinieri, le lettere che lui scriveva loro in sua assenza.i dipinti dei bambini, mi consolo, da lontano una meraviglia, da vicino pennellate.
E poi  il giardino, il verde del salice il mattino e nelle ore in cui la luce imprime tonalità diverse. Tutti incantati a scoprire i mutamenti, la luce che si sposta, i colori che cambiano.
Me lo sono visto questo signore elegante  sempre col cappello a tese larghe, seguito da una schiera di bambini che portavano tele e attrezzi, per avere  a disposizione nelle varie  ore  la tela  da dipingere.
Facoltoso e di carattere esigente costringeva tutti familiari e amici a pranzare prima di mezzogiorno per non perdere le ore più luminose di lavoro  all’esterno.
Come lo capisco, quando sei immerso in un progetto, perdi la dimensione del tempo.
Ci spostiamo nelle sale, vediamo il giardino fotografato e poi quello dipinto.
Il verde nelle trasparenze delle foglie nel lago, le luci che cadono sulle foglie, ora più scure, ora di tonalità degradanti al verde.
Il verde e  i celesti si mescolano, appaiono i bianchi dei fiori, dei riflessi, tanti fiori.
Le grandi tele poi, immense, le scopri arretrando di qualche passo, vedi gli alberi, i glicini, il ponticello con sfondi sempre diversi a volte leggeri e nebbiosi a volte più decisi.
E la sua ultima tavolozza, nella teca con gli ultimi occhiali con una lente opaca: i colori non sono più gli stessi, una grave malattie agli occhi  impediva il riconoscimento dei colori cosi, tutto si sconvolge nelle ultime opere.
I verdi diventano rossi, bruni, gialli , sono emozionanti lo stesso, che personalità , che belle cose ci ha lasciato,  ho scoperto aspetti che non conoscevo, mi sento proprio soddisfatta, e poi, nella chiesa di San Luigi dei francesi mi sono goduto anche il Merisi con le sue tre tavole di bellezza pungente.

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Autore: lamatitaperscrivereilcielo

Lamatitaperscrivereilcielo è un progetto di scrittura, legata all'anima delle persone che condividono un percorso di scoperta, di osservazione e di ricordo. Questo blog intende raccontare quanto non è facilmente visibile che abbia una relazione con l'Umanità nelle sue varie espressioni

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