
Per Rossella e anche un po’ per Proust – di Cecilia Trinci
Un fiore verde tra i bicchieri, un portafiltro per giocare con il the. E’ arrivato ieri sera in un pacchetto timido che mi hai messo in mano in macchina, mentre si andava a teatro. “Ci voleva una cosina verde” hai detto soltanto, per sdrammatizzare l’affetto con cui me lo donavi e per ricordarmi i nostri martedì di scrittura, ispirati al colore verde per queste settimane di marzo. A Teatro ci andiamo insieme ormai ogni venerdì e questo breve tratto di strada ci fa bene, tra chiacchiere buffe all’andata e critiche benevole al ritorno. Ci accende per un paio d’ore e ci fa dormire più contente, stuzzicando di riflessioni un sonno che altrimenti sarebbe lento di acciacchi e malinconie.
Sta per finire questa avventura proustiana. Abbiamo ascoltato parole che non avremmo mai pensato di sentir leggere, da protagonisti ogni volta diversi che hanno mischiato quello che si conosceva o che hanno completato vuoti che non sapevamo di avere, lasciandoci con lo stupore che si provava qualche volta da ragazze. Sta per finire questo aspettare un appuntamento, questo ascoltare in silenzio seduti accanto, questo cercare negli sguardi gli amici che per attimi impercettibili ci rassicurano del loro esistere. Sta per finire il freddo della sera, le sciarpe avvolte con cui affrontare la notte, il ritorno, le ultime risate mentre scendi dalla macchina, il rientro a casa con il gatto che ci viene incontro. Sta per finire l’inverno. Sta per arrivare il verde dei prati, la rincorsa delle nuvole sui fiori.
…ecco non sò cosa dire…..non sò commentare….asciugo gli occhi …tiro su con il naso…..capire poi che son timida …..è da pochi….grazie
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Dire grazie è poco, troppo poco, grazzzissime, chissà se si dice, io Proust, credevo fosse un medicinale per maschi un pò datati, poi, forse ho capito poco, ho memorizzato ancor meno, ma son stata contenta di esserci, e di far parte di un gruppo di ” nicchia” una volta nella vita………e lo devo a te che mi prendi e mi riporti, un pacchettone …..e le risate con Stefano, che ha capito che son timida e non strafottente…..e …e …stamani sono un fiume, però confermo a me la neve mi alteraaaaa….vedo verdeeee.
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Che bella questa vostra conversazione fra voi mi sembra di essere inascosta in un cantuccio a starvi ad ascoltare e come vorrei uscire di lì e raggiungervi per chiacchierare e ridere con voi per vedere e conoscere cose diverse da questa mia prigione.
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