
Visioni di anime contadine – di Lorenza N.
Il problema è che se seguo la sequenza di parole non mi viene in mente nulla. Allora provo dal fondo: contadine, anime, visioni. Niente lo stesso. Oggi non è proprio giornata. Provo dal mezzo: anime. E lì volo molto in alto. Seguo l’anima nell’attimo che esce dalla bocca di una persona che si spegne; tanto che a volte viene posata una moneta sulla labbra per trattenerla, oppure per pagare Caronte il traghettatore di anime, perché la faccia oltrepassare per andare in luoghi felici. Ma si sa che essa il modo per lasciare il corpo lo trova comunque. Infatti si dice “inanimato” un corpo che non ha più vita. Se penso a ciò che resta di una persona che non c’è più, mi consola l’idea che resta la sua anima fra noi a ricordarcela a farcela rivivere nei gesti, nelle parole, negli odori, sensazioni, affetti , emozioni e perciò non la perderemo mai.
E così compare anche la sua immagine nella visione di una colombella che vola, come viene spesso raffigurata nelle iconografie dei quadri nella rappresentazione dello “spirito”. Lo stesso che estraeva mio cognato contadino facendo la sua grappa speciale, tanto illegale quanto buona e forte, che a forza di assaggi gli faceva avere le visione di parecchie anime contadine spesso e tanto volentieri.