Mi sono visto di spalle che partivo – di M.Laura Tripodi
Sembrava che Jack Vettriano avesse dipinto quel soggetto per me.
Un uomo di spalle, con la camicia bianca arrotolata sui gomiti, il cappello in testa e una valigia in mano.
Fuma, fuma e cammina lungo la riva rocciosa di un mare ostile. Sopra di lui un cielo grigio denso di nuvole minacciose, ma a tratti solcato da scolorite strisce azzurre.
Eccola lì: la solitudine.
Chissà dove sta andando e cosa porta in quella valigia.
Forse non va da nessuna parte e sta semplicemente osservando e ascoltando il mare.
Forse il suo bagaglio non contiene abiti, ma ricordi, speranze, illusioni e qualche abilità.
Ho riconosciuto Laura che certe volte sembra andare alla deriva, ma poi ritrova sempre la strada.
E mi guardo andare di spalle perché è come se una seconda me stessa sorvegliasse quel cammino.
Ho sentito quel soggetto in maniera così profonda che ho scelto di ridisegnarlo, ma in bianco e nero, come se il colore fosse un riempimento del futuro.
Quando mio cognato l’ha visto mi ha chiesto se glielo potevo regalare. Adesso è a casa di mia sorella.




