
GLI ORI DELLE SORELLE – di Elisabetta Brunelleschi
Dopo una giornata trascorsa insieme alle nipotine, al momento dei saluti, le ultime parole della zia Ernesta erano sempre :
– … E ricordatavi, quando avete un po’ di soldi compratevi l’oro! Anche se ci fosse da scappare, quello ve lo mettete in dosso e andate via! –
Le due sorelle a forza di sentirselo ripetere crebbero con il mito dell’oro.
Dopo i primi stipendi, messo da parte qualche risparmio, iniziarono a frequentare le oreficerie.
Natale dopo Natale, ricorrenza dopo ricorrenza acquistarono la catenina, il braccialetto, gli orecchini, l’anello, l’orologio: tutto rigorosamente d’oro.
Poi ricominciarono, un altro paio di orecchini, due tre medagliette per la catenina, una collana, altri anelli, uno con l’acqua marina, uno con il topazio.
La perle no, non le compravano, perché la zia Ernesta diceva che portano solo lacrime, era meglio un ciondolino di corallo.
Ma alle sorelle il corallo non piaceva e i loro acquisti si fermavano sempre al giallo e morbido metallo.
Gli ori li indossavano per le feste di famiglia: battesimi, comunioni, cresime, matrimoni, nozze d’argento e nozze d’oro. In queste occasioni era uno spettacolo vederle uscire elegantissime e agghindate, in un tripudio di giallo, con con anelli, bracciale, orecchini, collana e orologio.
Ma non pensavano solo a se stesse, per battesimi, comunioni e cresime non mancavano mai di regalare ninnoli d’oro: catenina, anellino, medagliette.
Poi, quando tutti furono cresimati, sposati, ecc. … le feste si fecero più rade e gli ori restarono sempre più spesso nei cassetti.
Lentamente giunse il tempo degli addii, un funerale dopo l’altro e molti parenti se ne andavano.
Anche per le due sorelle arrivò la vecchiaia e allora gli ori dimorarono solo nei cassetti.
Passarono degli anni e la fine si stava avvicinando.
Un bel mattino, quasi nascondendosi a se stesse, presero l’oro e lo chiusero in due scatoline di cartone che depositarono in luogo segretissimo.
Dopo la loro dipartita la casa è stata meta di eredi, architetti e geometri. Vi hanno lavorato, a turno, muratori, elettricisti e idraulici.
Ma nessuno ha ancora scoperto gli ori delle sorelle.
Qualcuno dubita che siano mai esistiti.
Una bella ” favola vera”……
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