
Dal bianco al giallo – di Gabriella Crisafulli
Il viaggio è lungo: temo di non essere attrezzata per farlo.
Sento aleggiarmi intorno il freddo di chi non mi ama ed ho paura di brancolare nel buio.
Mi sostiene la speranza di un rinnovamento, di un soffio caldo e leggero che mi dia tutta l’energia necessaria.
Desidero un pensiero intenso che mi accompagni nella fatica della scoperta: la rivelazione di parti di me, di loro, in un intricato doppio gioco di fili spezzati. Un gioco allo specchio dove ogni personaggio è contemporaneamente la freccia e il bersaglio.
Ho perso il bandolo.
Devo trovarlo.
“Acchiana acchiana babbaluci
Ca ti dugno pane e nuci
Ca ti dugno pane e cutieddo
Tuppe, tuppe, tu …
Un’è Mastro Antonino?”
La luce di un freddo giovedì di febbraio è raggiante.
Sono emersa dal fondo melmoso.
Il fango, adesso, arriva solo al mento.
L’acqua scorre; qualcuno si allontana: lo lascio andare a fatica, ma voglio sopravvivere.
La sua parte, nella mia storia, è terminata.
Lo strappo è lacerante: vanno via pezzi di me.
Addio.
Leggeri i pezzi di te voleranno …nuoteranno…sogneranno ….te lo meriti….
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Intensa…trasuda sofferenza interiore…ma anche uno spiraglio di speranza….guarda oltre crisafulli salta il fossato corri a guardare avanti esplora il nuovo per un po abbandona il passato ….tanto ci ritornerà in un altro momento
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